La Toscana fonda la sua principale ricchezza su un grande dono ereditato dai nostri avi che lo hanno costruito con impegno e passione: la Cultura.
Ogni angolo della nostra bella regione è intriso di cultura, di storia, di arte. E paradossalmente questa rischia di diventare il fanalino di coda dei settori attenzionati dalla politica di centrosinistra, se non lo è già. Le risorse destinate a questo settore sono esigue e, con il ridimensionamento delle Province che un tempo ricoprivano un ruolo strategico di coordinamento in campo culturale, stiamo assistendo ad una progressiva distrazione (vuoi anche a causa del Covid) rispetto a tale tema. Musei, Teatri, Associazioni Culturali oggi sono chiuse, solo le Chiese come luoghi di culto offrono ancora la possibilità di godere delle tante bellezze in esse custodite. La prevenzione dei contagi ha imposto a tutti noi la prudenza con la speranza di poter tornare presto a rivivere e godere della nostra bella terra.
Nonostante la situazione della pandemia sia tutt’altro che rosea, con oltre 300 morti quotidiani, si riapriranno progressivamente musei, cinema, teatri, attività culturali in genere. L’indotto ha bisogno di ossigeno e invece di prevedere ristori adeguati, si fa riaprire. Ho letto che il recovery found non accenna ad alcun fondo per la cultura.
Per di più di sta assistendo a movimenti strani sulle due principali porte d’accesso della Toscana: gli scali aeroportuali di Firenze e Pisa rischiano di subire un drastico impoverimento non solo dal punto di vista infrastrutturale (soprattutto per Pisa dove si è arenato il progetto di collegamento veloce con la città capoluogo che trovava d’accordo forze di centrosx come il Pd che forze di centrodx come FI) ma anche di offerta di servizi. La nuova Società di handling (servizi di assistenza a terra) non si sbottona ma pare evidente che si paventa il pericolo di un contenimento dei costi che andrà a discapito in primis di chi ci lavora e secondariamente, ma non troppo, dell’immagine degli stessi Aeroporti.
Un tempo esistevano gli Uffici di Promozione Turistica curati proprio dalle Province, ed erano all’interno. Sono anni che li hanno chiusi…..per mancanza di fondi. Vogliamo lasciare che si continui a distruggere ciò che di più bello abbiamo ricevuto in dono? Ciò che ci rende unici e che potrebbe essere fonte di ricchezza e dunque di ripresa economica per la nostra Regione?
Allora, perché non ripartire dall’immagine delle due principali Porte d’Ingresso di questa stupenda cattedrale che è la nostra Toscana? Il Galilei a Pisa ed il Peretola a Firenze hanno tali prerogative, ma possono rappresentarci al meglio solo se adeguatamente valorizzati sia in termini di traffico che di risorse umane. Ci vogliamo provare o è un’utopia?
Paola Viegi – Responsabile del dipartimento Cultura per la provincia di Pisa
Ciro Costagliola – Responsabile regionale del dipartimento Cultura
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