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Roberto Sbragia: Garantismo e coerenza politica. “Saremo sempre garantisti”

In questi giorni il dibattito politico nazionale italiano si incentra su due temi fondamentali: le elezioni europee e la così detta questione morale che ha preso nuova linfa dalle indagini prima baresi e poi torinesi in cui alcuni esponenti politici sono stati indagati a vario titolo per voto di scambio e per truffa allo stato. Occorre innanzitutto ribadire che la nostra posizione, come Forza Italia, è quella che abbiamo sempre tenuto di un garantismo che deve considerare innocenti le persone fino a prova contraria e fino alla fine del lungo e difficile lavoro degli organi inquirenti che porti all’accertamento della verità, alla condanna definitiva o alla assoluzione dell’imputato. Di questo atteggiamento né va delle vite delle persone, dei loro cari e delle loro famiglie e per noi è tema non discutibile né dal punto di vista morale né da quello politico: il garantismo lo si applica sempre e comunque, non a seconda del colore politico dell’indagato. Nel panorama culturale e politico italiano abbiamo recentemente ascoltato con estremo interesse i principali rappresentanti di un centro sinistra e di una sinistra marcata andare ad invocare una questione morale con tanto di appelli a regole di condotta, a modifiche di codici etici e ad adesione a regole di comportamento che innalzino il livello morale della politica nazionale. A Pisa, già da molti anni – con la ormai nota Carta di Pisa di Avviso Pubblico – molti esponenti politici hanno nel tempo sottoscritto il regolamento volontariamente, per cui un politico, al momento in cui fosse stato indagato, a qualsiasi titolo, avrebbe dovuto dimettersi dal proprio ruolo e questo per una questione morale preventiva. Nel lontano 2014 all’Assessore Provinciale all’ambiente di Pisa, dal suo segretario di partito e poi dal Presidente della Provincia fu chiesto di dimettersi e di svolgere “una valutazione di opportunità politica alla luce dei principi della Carta di Pisa”. Oggi, a distanza di molti anni, assistiamo a quella che per noi è un inspiegabile cambio di direzione di una sinistra che probabilmente, a nostro avviso, sta riflettendo sulla propria storia e sul proprio passato. Al netto di possibili valutazioni di merito alla innocenza o meno dell’imputato, occorre riflettere sulle contraddizioni politiche di uno schieramento che da un lato vede l’adesione di esponenti di Alleanza Verdi Sinistra al Codice Etico di Avviso pubblico e dall’altra la candidatura ad una elezione che debba rappresentare il nostro stato in Europa di un indagato detenuto in carcere. Una dualità che a nostro avviso mina le basi stesse di una coerenza e di una rappresentanza dell’Italia in seno all’Europa. Le altre nazioni europee a ragion veduta potrebbero considerare il nostro paese quello delle scappatoie e non della fiducia nei processi o quello in cui è nato ed è stato sottoscritto il “Codice Etico” che addirittura dovrebbe far dimettere non solo chi è colpevole, ma chi è solamente indagato. Ci auguriamo che il centro sinistra possa poter spiegare ciò che sta facendo non solo ai propri elettori, ma a tutti gli italiani e a tutti gli europei che vedono nella giustizia uno dei pilastri della propria cultura. “Una valutazione di opportunità politica” sarebbe auspicabile ora più che nel 2014, quando ad un assessore provinciale fu chiesto di dimettersi.

Roberto Sbragia – Consigliere Provinciale Forza Italia Pisa

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