“Nell’elenco dei tanti settori dimenticati dalla pletora di decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri compaiono nautica da diporto, pesca sportiva e ricreativa”.
Ad intervenire sul tema con una nota congiunta sono Elisabetta Ripani e Stefano Mugnai, deputati toscani di Forza Italia, insieme al coordinatore del partito azzurro per la provincia di Grosseto, Sandro Marrini.
“Alcune regioni italiane hanno già provveduto ad emettere ordinanze in merito: Liguria e Lazio, ad esempio, sono le prime regioni a riaprire le banchine ai proprietari delle unità da diporto per attività di controllo e manutenzione, purchè in solitaria, non più di una volta al giorno e rendendo obbligatorio il rientro in giornata presso l’abitazione abituale. La regione Liguria, nel pieno rispetto del distanziamento sociale, ha inoltre consentito la pesca sportiva lungo fiumi e foci di fiumi, nonché la pesca ricreativa in mare, da svolgersi esclusivamente lungo moli e banchine”.
“In Toscana, ad oggi, i lavori di manutenzione sono invece consentiti solo ai cantieri e in ogni caso non si possono mollare gli ormeggi. Tempi duri per i tantissimi diportisti toscani che rivendicano la possibilità per gli armatori (in proprio o tramite terzi) di svolgere attività di controllo, manutenzione e riparazione delle imbarcazioni e attività propedeutiche allo spostamento dal cantiere all’ormeggio”.
“Lo stesso metro di misura adottato per le passeggiate a piedi o in biciletta, per andare all’orto o ricongiungersi a ‘fidanzati stabili’ e ‘amici veri’ deve allora valere anche per nautica da diporto, pesca sportiva e ricreativa, ovviamente nel pieno rispetto dei protocolli sanitari: sono tutte attività di svago svolte all’aperto e con distanziamento sociale, che non creano assembramenti o rischi per la salute pubblica”.
“Nelle more di ulteriori DPCM, la Regione Toscana provveda quindi con apposita ordinanza. Dopo due mesi di lockdown siamo entrati nella famosa ‘fase 2’ e, se l’ottica generale è quella di ripartire in sicurezza verso un progressivo ritorno alla normalità, deve essere responsabilmente trovato un equilibrio tra esigenze sanitarie e restrizioni delle libertà personali“.
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