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LUCCA: Semplificazioni, Marchetti (FI): «Lucca grande assente. Commissario per gli assi viari contro il fallimento Pd»

«Lucca grande assente nel decreto Semplificazioni che, pur non semplificando un bel nulla, però per lo meno prova a individuare un elenco di opere incompiute e strategiche. E il sistema tangenziale lucchese però non c’è. E’ gravissimo. Inutile che ora Menesini scriva a Conte. Più che le letterine di Menesini al governo, per altro solo annunciate e tardive, ormai per gli assi viari serve un commissario che superi il fallimento politico-amministrativo di Pd e sinistre che fanno filotto tra governo e amministrazioni locali»: a invocare il commissario per realizzare il sistema tangenziale lucchese è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti (Coordinatore provinciale di Forza Italia) che a più riprese ha spronato le istituzioni, dal Comune di Lucca alla Provincia e fino alla Regione, a procedere alla cantierizzazione dell’opera viaria più attesa dai lucchesi.

«Ma ci rendiamo conto che l’asse nord-sud è già finanziato? Non vorrà mica il Pd tenersi l’opera in serbo per tagliare nastri elettorali mentre la città e la Piana affogano nel traffico? C’è un intero polo industriale, quello del cartario, che aspetta e spera da anni. Tutto l’universo produttivo d’area asfissia nella carenza infrastrutturale. E’ un danno pazzesco al territorio e alle sue capacità di sviluppo. E siccome l’assenza è divenuta emergenza, allora ecco perché serve il commissario», incalza Marchetti.

          «Per il Pd che guida Comune e Provincia a Lucca e Regione Toscana, il tempo delle letterine era ieri. E’ mentre si predisponeva il decreto – sottolinea Marchetti – che le istituzioni locali dovevano esprimere le loro priorità caldeggiandole a Roma. Ora non vale più, è solo un’operazione di facciata, per di più declinata al futuro e destinata all’inconcludenza. Il Pd continuerà a tenere gli assi viari in ostaggio delle proprie beghe interne, di campanile, delle sue logiche particolari. Con buona pace delle esigenze della città e della sua cintura che chiedono buona mobilità con un progetto di cui si parla dal 1935, in parte già finanziato dal Cipe con una quota di risorse regionali. Che si aspetta? Il favor di elezioni per tagliare il nastro di una prima transenna al di là della quale non si realizzerà nemmeno un metro di nuova infrastruttura? Questa è una beffa bella e buona per la città, per la provincia, per chi ci vive e per chi con amore e passione si ostina a produrre e a creare occupazione avendo le istituzioni che gli remano contro con ogni mezzo. Negare di fatto le infrastrutture dichiarate indispensabili a parole è proprio uno di quei mezzi».

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