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Il dott. Puccinelli: “In Toscana sono molte le criticità negli ospedali, mancano posti letto”

Fra non molto ci saranno le elezioni amministrative in molti comuni della nostra regione e le europee, ma tra un anno dovremo affrontare una battaglia politica per le elezioni regionali, e questa volta desidero con tutto me stesso mettere a disposizione la mia professionalità per dare una mano a conquistare politicamente la Toscana.
Quattro anni fa, finiva l’era del Rossi, con le sue visioni sulla sanità del tutto particolari, mega pronto soccorso, belli ma poco funzionali, riduzione dei posti letto nei vari ospedali, chiusura di ospedali periferici e di interi reparti, scandali a livello amministrativo che hanno determinato voragini con buchi di 400 milioni di euro (mi riferisco a quello che accadde alla usl di Massa), ripianato con i soldi versati dai cittadini toscani (ricordate i dieci euro fatti pagare ai cittadini per i dischetti diagnostici), la completa impreparazione che si è verificata agli inizi della pandemia (non c’era un piano sanitario regionale per eventi pandemici).

Dr. Marco Puccinelli

Ad oggi questa amministrazione regionale ha proseguito la strada intrapresa dalla precedente gestione politica della nostra regione. Abbiamo un buco di circa 900 milioni da risanare e il governatore ha pensato bene di far pagare ai toscani, aumentando l’irpef, per ripianare la situazione economica.
Ma le criticità non si fermano solo dal punto di vista economico, nei nostri ospedali i posti letto sono sempre più carenti, le file ai pronto soccorso sono sempre più grandi, la carenza del personale medico, infermieristico e operatrici professionali è sempre più evidente.
L’assistenza sanitaria territoriale sta attraversando una criticità sempre più importante, e mi riferisco alla periferia, pensate che ci sono comuni della regione, penso al Mugello, le campagne senesi, Aretine, la Garfagnana, e pure la nostra val d’era e val di Cecina, che sono sotto organico di medici di Famiglia. E la regione cosa fa, una delibera, dove si da l’opportunità ai medici di famiglia di aumentare il massimale da 1500 a 1800 assistiti, ma con l’obbligo di assumere un’ infermiera e una segretaria. Naturalmente questo comporta un maggior lavoro per i professionisti senza avere un aumento economico (pensate che una quota dello stipendio di queste 2 figure verrà pagato dal professionista). Non credo che siano molti i Colleghi che lavorano in periferia e opteranno per aumentare il loro massimale.
Faccio il medico di famiglia ormai da 30 anni e sono giunto alla conclusione che il futuro di questa professione necessiti di una forma organizzativa più evoluta, che possa dare risposte al cittadino, ma altresì possa ridurre l’accesso ai vari pronto soccorso degli ospedali. Sarà sempre più difficile trovare giovani medici che andranno a lavorare nelle nostre zone montane o collinari, occorre investire sul territorio, formando medici e personale infermieristico, aumentando le case della salute, in modo particolare, nelle zone più periferiche e lontane dagli ospedali.
Come vedete c’è molto da fare e dobbiamo sicuramente affrontare con i nostri referenti politici progetti concreti ed efficienti che possano soddisfare il lavoro dei professionisti e soprattutto dare risposte ai cittadini.

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