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FIRENZE: Pillola abortiva in ambulatorio? Marchetti (FI) a Rossi: «No alle crociate sulla pelle delle donne, si attenda il parere tecnico chiesto da Speranza a metà giugno»

«Sulla somministrazione della pillola abortiva in regime ambulatoriale da Rossi solo una crociata ideologica sulla pelle delle donne. Il ministro Speranza ha richiesto sulla Ru486 un parere tecnico al Consiglio superiore di sanità, il Css, a metà giugno. Arriverà a giorni. A quel punto se le linee guida ministeriali datate 2010 saranno da rivedere, accadrà. Basta attendere pochi giorni per formulare un provvedimento scientificamente coerente con gli indirizzi scientifici nazionali. Qui però invece il Pd di Rossi si lancia in una corsa spericolata che subordina la salute alla ricerca di consenso elettorale. Questo sì che è un tentativo di mettere al guinzaglio le donne»: questo il parere del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti circa il provvedimento con cui la Regione Toscana dà il via libera alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 in ambulatori autorizzati.

          «Rossi & C. varano un provvedimento di cui non si ravvisava l’urgenza cogente – sottolinea Marchetti – proprio nel mentre anche un ministro di sinistra come Speranza sulla materia si è posto in posizione dubitativa, rimettendosi al parere del Css che ormai arriverà di qui a poco. Si tratta di attendere il parere tecnico scientifico, così da poter formulare un protocollo con standard di tutela per la donna validati e riconosciuti da qualche parte in Italia. Anche perché al momento delle linee guida ministeriali esistono, e prevedono la somministrazione con ricovero di tre giorni. Qui già siamo in day hospital. Se l’intenzione fosse quella dichiarata da Rossi di non far soffrire la donna si sarebbe atteso il poco tempo necessario al Css per produrre le sue indicazioni, invece di esporre le donne all’imponderabilità di una gestione domestica dell’evento emorragico abortivo, con implicazioni non certo solo fisiche».

          Secondo Marchetti l’intenzione è un’altra: «Qui l’intenzione autentica del legislatore pare essere quella della crociata ideologica a seguito del provvedimento della governatrice umbra Donatella Tesei che, nella propria regione, ha riallineato la pratica alle indicazioni del ministero. Sulla base di questo il ministro due settimane fa ha richiesto parere al Css proprio circa la possibilità di somministrazione in day hospital o ambulatorio, al momento non prevista in Italia. Caro Rossi, le crociate non si fanno sulla pelle delle persone e in questo caso delle donne. A volte se uno è primo a fare una cosa, è perché tutti gli altri si rendono conto che non ci sono i presupposti per farla. In Toscana società della salute docunt. Ma qui è cosa ancor più delicata, non si gioca».

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