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FIRENZE: Corteo antirazzista Rossi-Nardella; Marchetti (FI): «Contro i razzismi dignità e legalità diffuse, non passeggiate»

«Non passeggiate ma dignità e legalità diffuse: solo così si evitano i razzismi, non passeggiando per Firenze come Rossi e il sindaco Nardella intendono fare il 27 giugno prossimo. Certo, come si può chiedere legalità a una regione che si pone essa stessa fuori dal rispetto delle norme col rifiuto del governatore di lotta a dotare anche la Toscana di un Centro di permanenza e rimpatrio come norma piddina comanda? Così il razzismo c’è ma contro chi vive nel rispetto delle regole. E questo è proprio quel che Rossi chiama “soffiare sul vento dell’odio”»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti in merito all’iniziativa Insieme contro il razzismo, manifestazione indetta dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dal Sindaco di Firenze Dario Nardella e prevista nel centro di Firenze.

         «Fatti come quello che ha portato alla morte di Duccio Dini a Firenze o quello che l’altra notte ha prodotto il ferimento di un esercente nel pieno centro storico di Pisa – incalza Marchetti – stanno a dimostrare come negli anni le politiche di apertura indistinta a ogni flusso migratorio non importa se legale o no, titolato o no, di gente perbene o criminali, abbia via via sottratto il territorio toscano al controllo delle istituzioni. Sono politiche colpevoli che hanno lasciato indietro i bisogni di chi c’è per scodinzolare a prescindere ai nuovi arrivati, anche se in tasca portavano un coltello. Nessuno ha mai controllato né voluto controllare. Avere pervicacemente negato lo spazio prima a un Cie e oggi a un Cpr è la prova di come per decenni non ci sia stata la volontà di tutelare i cittadini titolari di diritti per privilegiare quanti si rifiutano di rispettare i loro doveri».

«Il disagio di oggi è frutto delle politiche che hanno permesso questa deriva di illegalità e insicurezza. Questo genera paura e reazione. Oggi non stupisce che chi ha contribuito in parole ed opere a costruire questo presente, come Rossi, attraverso la leva della piazza provi a orientare gli sguardi collettivi sul suo dito, invece che sulla luna delle proprie responsabilità».

 

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