Prosegue l’impegno dell’On. Erica Mazzetti di Forza Italia contro il caro energia e dopo gli incontri e le proposte ha illustrato in Aula un’interrogazione al governo per sollecitare altri e più sostanziali interventi. “Dobbiamo uscire dalla logica emergenziale e dei soli sostegni. Oltre alle misure urgenti chiedo quali sono le iniziative strutturali per proteggere le filiere industriali dai rincari energetici, visto che da più parti si prevede che non ci sia un calo e sicuramente non nell’immediato. È necessario mantenere un filo diretto con le imprese e per questo può servire un tavolo di confronto con gli imprenditori più colpiti. Solo così possiamo avere il polso della situazione e aggiornare i provvedimenti a seconda delle esigenze reali”.
Capitolo indipendenza energetica: “La dipendenza verso fonti estere è una grave vulnerabilità oramai acclarata e ci espone a un’instabilità continua e, visto lo scenario geopolitico che si prospetta, oserei dire che non ce la possiamo più permettere”. Il rimedio nell’immediato “è il gas italiano, da immettere nel mercato italiano a prezzi stabilizzati, forse anche facendo uno sforzo sui contratti di lungo periodo. È bene ricordare che i tanti comitati e tanti veti ideologici ci hanno impedito per decenni di sfruttare al massimo queste ingenti risorse: non ci troveremmo in una situazione così critica. Il gas è una risorsa-ponte per la transizione. Non essendo stato adottato il PiTESAI entro il termine di agosto 2021, non ci sono più alibi contro altre estrazioni, come quelle nel giacimento dell’Adriatico, o contro il potenziamento degli impianti esistenti”.
Per quanto riguarda le rinnovabili: “La decarbonizzazione è un obiettivo serio e condiviso, di cui abbiamo discusso molto a Glasgow mettendone in luce però anche i problemi. Adesso la strategia è più chiara e meno impattante sul nostro tessuto sociale e produttivo. Le rinnovabili hanno mostrato i loro limiti e sicuramente non basteranno nei primi anni a venire. Occorre massima diversificazione delle fonti: geotermia, bioenergia, termovalorizzatori, tutte opere che si possono sbloccare con il Pnrr, e anche il nucleare perché i progressi nella fusione fanno ben sperare per il futuro, non per l’oggi, ci vorranno ancora ricerca e investimenti”.
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