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Tav, Ruffino (FI): Di Maio visiti cantieri e stop mistificazioni

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia eletta nel collegio Susa-Pinerolo: “Sul Tav ha detto parole ultimative e di assoluto buon senso il Commissario di governo Paolo Foietta. La grande mistificazione costruita dal M5s ha prodotto danni rilevanti all’erario ma, cosa ancora più grave, ha assecondato le posizioni ipocrite dei tantum, troppi pesci in barile che hanno scelto di salvare la coscienza e il portafoglio. Campione di tanta ambiguità è Sandro Plano. Il sindaco di Susa, fiero avversario dell’Alta velocità, “non può rinunciare” ai soldi delle compensazioni, argomenta, senza correre il rischio di una denuncia per da no erariale.

È così che in Valle sono fiorite, anche se chiaramente minoritarie, le posizioni No-Tav. La botte piena e la moglie ubriaca è la comoda scelta di Plano ma è anche la morte della politica come luogo in cui coltivare un minimo di coerenza. Quando ci interroghiamo sul distacco dei cittadini dalle istituzioni pensiamoci a episodi e ad amministratori come questi.

L’Italia ha ottenuto a settembre uno sconto considerevole sui costi, i 3 miliardi sono diventati 2,5 miliardi, ma neanche questo ha smosso il ministro Toninelli, e i 5 stelle, che si giocano anch’essi due campagne elettorali, europee e regionali. Vengono bloccate le gare, operazione che reputo gravissima. Viene utilizzato l’improprio strumento dell’analisi costi benefici nonostante le 7 valutazioni economiche che hanno coinvolto oltre l’Italia, la Francia e la Unione Europea.

Da qui l’irritualità e l’inutilità di una analisi che sarà aleatoria e manipolabile. Chissà se terrà conto del malato terminale della tratta di valico costituita dalla galleria del Frejus, quella inaugurata da Cavour nel 1871? L’analogia con il ponte Morandi è grande e dovrebbe indurre il governo a qualche più matura riflessione. Rinnovo l’invito ai Ministri Di Maio e Toninelli a visitare il cantiere di Chiomonte, a parlare con il sindaco, che è stato lasciato spesso solo a gestire un piccolo comune tenuto costantemente sotto tensione, nessun segretario comunale voleva accettare quella sede”.

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