Siena perde acqua: «Nel territorio provinciale senese si verifica una dispersione idrica del 33,78%, con maglia nera nel comune di Piancastagnaio la cui rete sottesa si perde per la via ben il 68,33% dell’acqua emunta e podio del meno peggiore al comune di Torrita di Siena con il 13,43% di patrimonio idrico perduto dall’immissione ai rubinetti, mentre il capoluogo, Siena, si attesta sul 17,35%. Dinanzi a questi dati i gestori investono in varia misura, e se l’Autorità idrica toscana (Ait) contesta decisamente gli “investimenti zero” di Nuove Acque definendo la cosa “preoccupante” e bacchetta Asa Spa per la programmazione insufficiente, maggior clemenza la rivolge ad Acquedotto del Fiora e promuove invece Acque Spa. Ma la dispersione provinciale di un terzo pari pari di un bene prezioso come l’acqua, benché al di sotto della media regionale del 43,43%, non lascia certo indifferenti. Poi ogni estate su richiesta dei gestori fioccano le ordinanze per evitare di innaffiare perfino i gerani, però ecco: lo spreco è altrove». I dati li espone il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che su questo ha condotto in proprio uno studio che elabora – aggregandoli per aree e per gestore per poi acquisire le valutazioni Ait sugli investimenti programmati sulle reti – i dati Istat dell’ultimo censimento acque per uso potabile, quello diffuso a fine dicembre 2017 su rilevazioni condotte nel 2015.
«Sono gli ultimi dati ufficiali disponibili – spiega Marchetti – e sono dati nazionali. Noi però abbiamo scorporato quelli della Toscana, comune per comune, e poi li abbiamo riaggregati in data set provinciali e per gestore. Da qui alle pianificazioni degli investimenti che condurranno in molti casi alla scadenza dell’affidamento, abbiamo incrociato con i piani di gestione e le valutazioni espresse dall’Autorità idrica. Perché mi sono messo a far di conto in questa maniera? Ma perché appunto l’affidamento del servizio idrico integrato corre verso le scadenze ed è doveroso aprire un ragionamento efficace sulla materia».
Fin qui metodo e motivo, e il risultato generale è quello di cui sopra. Poi c’è il dettaglio che per l’area senese vede una realtà gestionale frammentata. Storia a sé fa Radicondoli (dispersione del 39,77%), unico comune di tutta la provincia che si affida ad Asa Spa. ‘Fuori sacco’ anche San Gimignano e Poggibonsi che, appartenendo alla Conferenza territoriale Basso Valdarno, hanno affidato il servizio ad Acque Spa. Ma nel senese la parte del leone nella gestione delle acque si divide tra Acquedotto del Fiora, che ha in carico tra l’altro la città di Siena e la cui dispersione di rete complessiva è al 48% secco, e Nuove Acque. Proprio a quest’ultimo gestore, che si occupa dei comuni di Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena, Ait contesta come «preoccupante il livello di manutenzioni straordinarie e sostituzione» che parte da meno della metà del necessario per le condotte di acquedotto e dallo zero per impiantistica e reti fognarie per precipitare in tutta fretta a livello zero.
«A sinistra – riflette il Capogruppo di Forza Italia – sento parlare di ripubblicizzazione. Anche io mi colloco su questa posizione, non foss’altro che nel rispetto dell’esito del referendum con cui i cittadini hanno espresso questo tipo di volontà. Ma acqua pubblica può voler dire tante cose. Il modello di holding regionale prospettato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non ci convince: un nuovo carrozzone poco funzionale e che magari diventi parcheggio per qualche politicante dismesso noi non lo vogliamo. L’acqua è un bene delicato, una risorsa non infinita, e le reti hanno bisogno di interventi d’urto veloci per contrastare livelli di dispersione tanto elevati. Bisogna soppesare tutti i modelli di gestione che le normative mettono a disposizione per individuare tutti insieme quello migliore per la Toscana. Io ad esempio ho studiato un po’ il tipo di gestione che a Parigi si è rivelato efficace in termini di abbattimento tariffario e investimenti sulle reti. A livello comparativo, è un sistema che per le nostre normative potrebbe dirsi affine a quello dell’Agenzia speciale prevista dall’articolo 114 del Testo unico degli enti locali. Non sposo una tesi: fornisco uno spunto. Su materie come queste nessuno deve innamorarsi ideologicamente delle vie facili. Pensiamoci con serietà, informiamoci e poi la maggioranza ci dia una proposta su cui lavorare e riflettere. Noi qualcosa da dire l’avremo, ma la responsabilità è prima di chi governa».
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