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PISTOIA: Al pronto soccorso dimissioni con listino prezzi, Marchetti (FI): «A quando la nota “Chi si cura fa pagare anche te, digli di smettere”?»

«Dimissioni dai pronto soccorso con listino prezzi a margine, inviti da parte degli apicali delle aziende sanitarie a non recarsi nei pronto soccorso per carenza di medici e personale sanitario: da un momento all’altro mi aspetto referti con dicitura in calce “Chi si cura fa pagare anche te, digli di smettere” come in una nota campagna di dissuasione al fumo di sigaretta. Ma tutto questo è inaccettabile, e io su queste condotte ho presentato un’interrogazione»: ad annunciarlo è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, il cui atto ha appena raggiunto gli uffici protocollo per iniziare il suo viaggio in direzione assessorato regionale.

L’iniziativa è scattata a seguito del caso dell’anziana che, dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia dove si era recata dopo una brutta caduta e temendo una frattura, nella lettera si è trovata la nota sulle spese sostenute dal sistema sanitario per le sue cure: «Leggo che si tratta di una pratica avviata in tutta la Asl Toscana Centro e che sarebbe intenzione della Regione estenderla a tutte le aziende toscane. Intanto, proprio la settimana scorsa, dalla Asl Nord Ovest si rivolgevano invece appelli ai cittadini a non recarsi in pronto soccorso per via degli organici ridotti al lumicino. Ma questa situazione è frutto di anni di mancanze nella governance della sanità: a nostro avviso è inaccettabile che debbano ricadere sul capo dei cittadini in termini di azioni di disincentivazione del malato ad accedere a un proprio diritto, quello alla salute e dunque alle cure, costituzionalmente riconosciuto». Fin qui il diritto.

Poi c’è il fatto: «Per avere assistenza e cura – osserva Marchetti anche nella sua interrogazione – i cittadini già pagano le tasse. In più, chi non sia esente, partecipa alla spesa sanitaria con un ticket che in Toscana è tra i più esosi d’Italia. Rete territoriale di cura non ce n’è. E quindi a chi si sente male cosa dovrebbe toccare? Stare a casa e fare gli scongiuri? E’ un fuor d’opera assoluto. Fin dopo una diagnosi medica, chi accusa un malessere non può conoscerne l’eventuale gravità. Serve per l’appunto una diagnosi. E il pronto soccorso in Toscana resta a tutt’oggi il solo luogo riconoscibile di risposta al bisogno».

Dunque i quesiti con cui Marchetti, partendo dal caso di Pistoia, prende di petto la giunta regionale domandando «se non ritengano inaccettabile, di fatto e di diritto, che incapacità di governance nelle politiche sanitarie, in particolare degli ultimi venti anni, debbano limitare il cittadino nell’esigibilità dei propri diritti ad assistenza e cura» e «se intendano perseverare in azioni e campagne di dissuasione del malato a recarsi in pronto soccorso, pur in assenza di valide alternative territoriali di risposta ai bisogni di assistenza e cura in fasi acute (reali o autopercepite come tali da parte del cittadino)».

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