«Una battaglia condotta con certo successo fino al 2014: e poi? Poi a quanto pare rispetto al cinipide del castagno la Regione ha abbassato la guardia ed ecco: dalla Garfagnana alla Montagna Pistoiese e all’Amiata siamo di nuovo all’emergenza parassita. Cosa si è fatto in questi anni? E che si aspetta a correre adesso ai ripari, per poi pianificare azioni di mantenimento attraverso rilasci dell’insetto antagonista del cinipide?» La riflessione è del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che, preoccupato per i castagni toscani e per la filiera produttiva ad essi legata, stamani ha tradotto le proprie perplessità in interrogazione alla giunta regionale.
«Mi sono documentato», spiega. «La prima stagione di infestazione, anche capillare, la Toscana la subì a partire dal 2008. Si scelse la via della lotta biologica alla vespa cinese, ovvero cinipide del castagno, attraverso un insetto antagonista che ne aggredisce le larve. Quest’ultimo imenottero, cinese anche lui, è il Torymus sinensis. I rilasci di questo piccolo protettore dei nostri castagneti dettero effetto, e il progetto si concluse nel 2014. Queste le informazioni che ho ricavato dal monitoraggio condotto dal Servizio Fitosanitario regionale del 2016».
Oggi però: «Da parte dei castanicoltori registro ripetuti allarmi circa una recidiva delle infestazioni. Perché? Voglio che la Regione mi spieghi cosa è stato fatto negli anni 2015-2018 quanto a rilasci dell’insetto antagonista del cinipide, perché attualmente le piante che presentano le tipiche ‘galle’ con le uova della vespa cinese si stanno moltiplicando. Il rischio è di compromettere i raccolti di castagne, la complessiva filiera produttiva con conseguente spostamento delle ricerche di mercato verso altri territori fuori dalla Toscana, ma anche i nostri habitat».
Scenario da scongiurare. Gli studi Ispra sul cinipide e sul Torymus sinensis parlano chiaramente di una grande compatibilità tra i cicli di vita dei due insetti, ma anche di differenze tra le loro fasi fenologiche, tra sviluppo e comportamenti, influenzate anche dalla situazione climatica. Bisogna mettere a sistema i due aspetti, quando si pianificano i rilasci. E, soprattutto, vanno pianificati i rilasci, ecco, va detto».
Riprodotte queste informazioni nella veste istituzionale dell’interrogazione, Marchetti pone dunque alla giunta un tris di quesiti. In particolare il Capogruppo di Forza Italia chiede alla Regione di sapere «se vi siano state attività di rilascio dell’antagonista Torymus sinensis, ed eventualmente quante e in quali siti, nelle annualità 2015-2018» e se non ritenga, «in attesa degli esiti degli annunciati monitoraggi, di mettere in atto misure di contrasto immediate onde evitare ulteriore diffusione del cinipide del castagno». Questo per stare all’emergenza. Da cui poi progettare le prospettive, con Marchetti che domanda «se non si intenda, per il futuro, pianificare una quota di rilasci di mantenimento dell’antagonista Torymus sinensis, tenendo però conto delle differenze tra le fasi fenologiche delle due specie di imenotteri e delle interferenze indotte su di esse dai mutamenti climatici in atto».
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