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MASSA CARRARA: Degrado bus, Marchetti (FI): «Allarme sindacale fondato, nel Ctt Nord mezzi anche vecchi 28 anni»

«L’allarme sindacale sul degrado dei bus Ctt Nord per l’area di Massa Carrara? Fondato! Le flotte contano anche mezzi su strada da ormai 28 anni. In che condizione potranno mai essere?» La conferma al disagio lamentato da alcune organizzazioni sindacali di Massa Carrara sullo stato del trasporto pubblico locale in area provinciale arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti. «Tempo fa, alla luce di guasti e disservizi che vedevo ripetersi – ricorda – con un’interrogazione avevo chiesto alla Regione l’anagrafica delle flotte Ctt Nord in esercizio sul territorio. Beh: mi è arrivata e i dati non sono confortanti».

«I nonni della flotta – esamina Marchetti – sono stati immatricolati nel secolo scorso e tra questi i più anziani sono stati messi su strada nel lontano 5 marzo 1991. Non tutti hanno aria condizionata se non nell’abitacolo dell’autista, ma non sono pochi i mezzi su cui nemmeno chi lavora per ore a bordo può contare sulla climatizzazione. Pedana automatica? Un sogno nella grandissima parte dei casi. Insomma, un cupo ritratto di famiglia».

E la criticità è del resto ammessa anche dalla giunta: «Il contesto ricostruito – riassume ancora Marchetti – è definito come emergenziale, con mezzi anche nuovi che si incendiano e manutenzione che fatica a tornare a pieno regime. Il punto è che, a fronte di un’anagrafica che vede su strada mezzi in procinto di festeggiare il ventottesimo compleanno, non c’è manutenzione che tenga e pochi e mal fatti sono i mezzi nuovi che entrano in circolazione. Certo, li si inaugura con grande spolvero e passerella istituzionale, questo sempre e comunque. Ma è chiaro che l’immissione su strada di bus nuovi che si contano sulle dita di una mano non può dare sollievo al servizio all’interno di uno scenario tanto compromesso».

Secondo il Capogruppo regionale di Forza Italia «si attesta una gestione come minimo insufficiente del servizio». «La Regione – incalza – avrebbe avuto il dovere di intervenire per tempo. Le persone pagano abbonamenti e biglietti divenuti via via più cari, mentre la qualità del servizio scorre lungo una parabola discendente. Il patto che quotidianamente tanti cittadini utenti stringono con l’azienda di trasporto comprando un titolo di viaggio viene così di fatto tradito da parte del gestore. E questo è inaccettabile».

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