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LUCCA: Pronto soccorso ‘ostile’ per la 95enne, Marchetti (FI): «Ma senza rete di assistenza territoriale non ci sono alternative»

«Meno gli anziani stanno in ospedale e più sono al riparo da infezioni nosocomiali ed altri eventi avversi che lì possono verificarsi? Beh, allora anziché dire semplicemente ai familiari “state a casa”, la sanità toscana pensi a produrre alternative perché finora, con una rete di assistenza territoriale quanto meno smagliata, di ‘piani B’ rispetto al pronto soccorso ospedaliero non ce ne sono»: ad affermarlo, spingendo in direzione di un potenziamento di risposte di salute diffuse sul territorio, è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che così interviene sul caso della 95enne trasportata in emergenza al San Luca di Lucca dove i familiari, dopo ore di attesa, si sono sentiti ammonire a non portare lì una persona così anziana.

«Io mi metto nei panni di quei familiari: trovo mia madre che mi appare come semiincosciente, non riesco a destarla e che faccio? Dove vado? Chi chiamo? O il 118 o niente. E da lì si va in ospedale, non c’è versi. Altro che state a casa!», considera Marchetti.

Il Capogruppo regionale di Forza Italia non prende sottogamba le valutazioni opposte dalla Asl: «Che il paziente ultranovantenne in ospedale non sia nella migliore delle collocazioni possibili e che rientri nei ‘gold standard’ evitargli la permanenza inutile – osserva – è una realtà. Ma c’è anche il prima: quello in cui una donna ha trovato la mamma in stato di incoscienza. Noi cittadini siamo da un lato privi, come è normale che sia, delle competenze cliniche per valutare l’acuzie dei casi. Per questo servono i medici. E i medici dove sono? Al momento solo nei pronto soccorso».

«Bisogna creare una rete territoriale di protezione alternativa», preme Marchetti. Non solo: «Ecco un altro dei motivi per i quali da sempre siamo contrari, ad esempio, alla progressiva demedicalizzazione del 118 a cui stiamo assistendo. Continuare a sottrarre medici dall’emergenza territoriale – conclude Marchetti – e poi pretendere che non si vada al pronto soccorso è come minimo un controsenso».

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