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FIRENZE: Infrastrutture, Marchetti (FI) dalla parte di Confindustria: «Logistica, automazione, intermodalità, digitalizzazione… Toscana indietro su tutto»

«La Corte dei conti che stigmatizza un 40% in meno di investimenti, le pagine dei portali regionali dedicate alla logistica che sono scatole vuote, piuttosto che quelle sulle infrastrutture i cui ultimi aggiornamenti risalgono al 2012: in Toscana ad essere indietro sono i cervelli di chi governa, proprio come approccio culturale. Varcati gli Appennini, in Emilia Romagna è già un altro mondo. Cioè: non ne faccio una questione di colore politico, ma di incapacità di chi storicamente governa la Toscana a compiere il salto culturale dal fare leggine per raggranellare tre voti facendo mettere una tendina in più all’azienda agricola del vicino di casa o investendo su interventi falsamente samaritani, al progettare sviluppo e benessere collettivo. Questo manca. E oggi questa modalità di governo da parte della sinistra e del Pd rendono la Toscana incapace di cogliere le nuove sfide della logistica, dell’automazione, della digitalizzazione e dell’intermodalità. Sentire gli industriali che ancora si vedono costretti a invocare per esempio la Tirrenica mi fa venire i bordoni. Chi produce si trova a dover pietire opere che dovevano essere cosa fatta da quel dì. Non è accettabile, così scapperanno tutti. Altro che attrarre investitori»: l’analisi arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti all’indomani del nuovo grido d’allarme lanciato ieri da Confindustria sulle infrastrutture materiali e immateriali.

«Io non ne voglio fare una questione di casacchina politica. Prendo una regione centrale nello Stivale quanto la Toscana e storicamente governata dalla sinistra e dal Pd come la Toscana. Prendo l’Emilia Romagna. Ma – spiega Marchetti – lì si è colta e acciuffata ad esempio la grande sfida della logistica e dell’automazione, creando addirittura un Cluster intermodale che, operando in sinergia tra Regione, altre istituzioni, industriali e attori del settore, si muove per formare i nuovi manager del campo e per promuovere anche all’estero le qualità e le capacità di recezione e proiezione delle merci che l’Emilia Romagna esprime. Cioè: è tutto un altro mondo. Su quei portali le pagine non sono vuote».

Il Capogruppo di Forza Italia ne fa una questione di capacità di intercettare i nuovi orizzonti di crescita da parte dei protagonisti del governo regionale toscano: «A parità di Pd – incalza – in Toscana subiamo proprio un gap culturale, con i nostri interporti nemmeno finiti e che non ‘inter’portano pressoché con nulla. Cattedrali nel deserto. Automazione logistica? Qui siamo alla preistoria di questo tipo di sviluppo. Eppure i dati dell’ultima indagine svolta a livello nazionale tra gli operatori logistici da World Capital rilevano che il 34% degli interlocutori per il loro sviluppo investirebbero volentieri nell’automazione, mentre il 25,5% si dedicherebbe all’ammodernamento del proprio capannone con richieste di altezze abbondantemente superiori a quelle abitualmente previste dai regolamenti urbanistici comunali. La Toscana come risponde a tutto questo? Non risponde. E alle imprese che oggi resistono a creare sviluppo e occupazione nei nostri territori basterebbe scavalcare una montagna per respirare aria nuova. Le strade? Scavallato il versante toscano anche quelle, al di là, sono migliori…»

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