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DL Dignità, Bond: E’ danno a mercato lavoro, colpiti obiettivi sbagliati

Il DL Dignità così uscito dal CdM porterà un danno rilevante al mercato del lavoro. Se l’obiettivo era contrastare l’eccessiva precarizzazione lo si è fatto nel modo più sbagliato. Auspichiamo, in sede di riconversione, che si ponga rimedio ai tanti errori tecnici e di obiettivo, dando al Parlamento la possibilità di intervenire fattivamente su un tema così delicato.

Fa specie, poi, che proprio chi lo ha criticato per anni, abbia scelto lo strumento giuridico del decreto per intervenire a gamba tesa su una riforma, il Job Act, che era da modificare e superare ma non con un salto nel passato.

La precarietà si annida non tanto nei contratti a termine o nella somministrazione quanto in tutte quelle situazioni in cui i lavoratori, pur avendone teoricamente diritto, non hanno coperture previdenziali, non si vedono applicare un contratto collettivo sottoscritto da organizzazioni sindacali realmente rappresentative o ancora si trovano a dover accettare forme contrattuali irregolari pur di lavorare. Sono questi gli ambiti in cui realmente troviamo la vera precarietà, dove i giovani o i senza lavoro vengono di fatto sfruttati in nome di una flessibilità che non trova legittime giustificazioni neppure nelle logiche di mercato.

Con questo decreto si genererà nuova precarietà oltre che stimolare un contenzioso che ormai si era ridimensionato. Tre i punti più critici: il ricorso a causali specifiche che fa fare un balzo indietro di oltre cinquant’anni; l’applicazione alle agenzie di somministrazione dei vincoli dei contratti a termine – in particolare il contingentamento del 20% massimo di contratti stipulabili – che metterà molte di esse a rischio chiusura; infine, l’innalzamento del risarcimento del danno spettante in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori rientranti nel campo di applicazione delle cosiddette tutele crescenti che salirà a 36 mesi, il cui unico risultato sarà un’Italia meno appetibile per chi volesse investire nel nostro Paese nel medio e lungo periodo.

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