“È peculiare la storia. Il premier Conte presentatosi al Parlamento quale avvocato degli italiani si trova a rivestire i panni sì del legale d’ufficio ma non di un popolo ma del suo portavoce. Siamo di fronte al festival dell’assurdo. Credo che neppure in una dittatura africana o sudamericana assisteremmo a determinati atteggiamenti da parte di personaggi legati al Governo e poi a tentativi di copertura e insabbiamento”. Ad affermarlo il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo, capogruppo in Commissione Lavoro.
“Credo che l’affannoso e intenso lavoro di questi giorni da parte del Movimento Cinque Stelle, alla disperata ricerca di quelle coperture che avevano millantato in campagna elettorale di avere per attuare il reddito di cittadinanza, stiano dando alla testa di molti. Dal presidente del Consiglio peró mi aspetterei senso delle Istituzioni. Il premier confonde qual è il suo datore di lavoro: cioè il Popolo italiano e non il Movimento Cinque Stelle e la Casaleggio Srl”.
Conclude Zangrillo: “Risulta poi inqualificabile il comportamento del presidente della Camera Fico che invece di indignarsi nei confronti di chi attenta e congiura contro l’apparato amministrativo dello Stato, sceglie al contrario di attaccare la stampa libera che ha reso pubblico l’audio. Comprenderei se la registrazione fosse un fake, ma di fronte ad un parlato, la cui veridicità è stata ampiamente confermata, l’unica strada è che chi presiede il Parlamento domandi al capo del governo di revocare l’incarico al suo portavoce. Fico, di fronte alla chiusura di Conte, non condannando l’episodio disonora il suo ruolo e i tanti presidenti della Camera che prima di lui hanno rivestito quell’incarico come arbitri imparziali e non come esponenti di parte. Fico dia le dimissioni, unico gesto degno per sanare la ferita che ha inferto al Parlamento”.
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