“A Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale veneto, evidentemente non ben coordinato con il governatore Zaia, preciso che il referendum veneto di domenica 22 ottobre è stato celebrato sulla base del quesito legittimato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 118 del 2015.
Questa ha dato via libera solo al quesito dell’art. 2, numero 1), della legge regionale n. 15 del 2014, che prevede che sia chiesto agli elettori regionali se vogliono ‘che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia’.
Su questo quesito si è svolto il referendum di domenica. Non su altro, e gli oltre due milioni di elettori che hanno votato hanno affidato al presidente Zaia un mandato specifico, non modificabile dalla estrosa fantasia di Ciambetti.
Forse al presidente del Consiglio regionale veneto sugge che quella stessa sentenza della Consulta ha invece dichiarato costituzionalmente illegittimo il quesito, pure contenuto nella stessa legge regionale n. 15 del 2014 all’art. 2, numero 5), ‘vuoi che la Regione del Veneto diventi una regione a statuto speciale?’.
Tanto basta, a prescindere da chi quella legge regionale, in Consiglio l’ha votata: l’ultima parola in Italia, su queste questioni, spetta alla Corte costituzionale ed è giusto che sia così.
La polemica di Ciambetti peraltro è fuori luogo perché l’ottimo Zaia ha già smentito, dal salotto di ‘Porta a Porta’, che la proposta sull’autonomia speciale si inserisca in quell’importantissimo solco che è stato tracciato dal voto di domenica, che aveva ad oggetto l’attuazione dell’articolo 116, III comma, ovvero il regionalismo differenziato e non l’autonomia speciale.
Ciambetti, evidentemente ancora esaltato dalla nostra comune vittoria, ha fatto un po’ di confusione.
Siamo felici di fare questa precisazione e, nonostante tutto, di brindare insieme agli alleati della Lega per un grande successo di tutto il centrodestra”.
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