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Aimi (FI): “Urge porto d’armi per appartenenti a Forze dell’ordine”. Presentato disegno di legge

Migliorare e potenziare le condizioni di sicurezza del personale delle Forze di Polizia, soprattutto in riferimento ai servizi in borghese e in considerazione della minaccia terroristica che non deve mai essere sottovalutata. E’ questo l’obiettivo del disegno di legge delega, a prima firma del sen. Aimi, e sottoscritto da numerosi senatori di Forza Italia, in primis la capogruppo Anna Maria Bernini, depositato proprio in queste ore.

Il disegno di legge delega insiste, in particolare, sulla necessità di prevedere, in dotazione al personale delle Forze di polizia, un’arma più leggera e facilmente occultabile per i servizi in borghese. “Viene anche inserita la possibilità, per il personale delle Forze di polizia – spiega Aimi – di poter acquistare autonomamente un’arma e di portarla anche fuori servizio, a fini di difesa personale e previa autorizzazione delle amministrazioni e dei comandi competenti”.

“L’art. 73 del regolamento per l’esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza – prosegue il senatore – detta la disciplina del porto d’armi per gli appartenenti alle Forze di polizia, operando tuttavia una distinzione tra ufficiali di pubblica sicurezza e agenti ordinari. Per i primi vige l’autorizzazione a portare senza licenza le armi, mentre ai secondi è consentito portare senza licenza esclusivamente l’arma di ordinanza. Il comma 3 prevede inoltre che gli agenti possano portare, senza licenza, le armi di ordinanza soltanto durante il servizio o per recarsi al luogo ove esercitano le proprie mansioni e farne ritorno. Tutto ciò costituisce una evidente criticità. Le armi di ordinanza, come la Beretta 9×19 (con una lunghezza di 21,7 cm e 950 grammi di peso), sono facilmente individuabili da malviventi esperti durante i servizi in borghese. Non si tiene conto, inoltre, del fatto che un agente di polizia potrebbe intervenire anche fuori servizio in caso di emergenza ed è pertanto urgente porre rimedio a tali problematiche, mettendo gli agenti in condizione di poter lavorare in maniera quanto più possibile ottimale”.

“Pensiamo a fatti terribili di terrorismo come quello del Bataclan – conclude Aimi -. Se ci fosse stato personale armato, forse le cose sarebbero andate diversamente. Sarei superstizioso se pensassi che ad essere pericolose sono le armi e non le mani di chi le impugna”.

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