Dichiarazione dell’on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera: “Sono certo che il sottosegretario Armando Siri proverà senza ombra di dubbio la sua estraneità ai fatti per i quali risulta indagato. Posso dire di essere altrettanto fiducioso che la presidente dell’Umbria, Katiuscia Marini, proverà la sua innocenza, così come hanno potuto provarla i sindaci di Roma e di Torino. Siamo però punto e daccapo. Il cortocircuito fra politica e giustizia non è mai stato interrotto e si ripropone ogni qualvolta scatta un’indagine che vede coinvolto un politico. Con le reazioni ormai note: si guarda l’orologio, si valuta il momento politico e poi si formano gli schieramenti, di qua gli innocentisti di là i colpevolisti, e tutto senza che sia stato neppure istruito il processo o comunicata la fine delle indagini.
Dal 1993, quindi da un quarto di secolo, la politica si è consegnata nelle mani della giustizia e attende un atto qualsiasi degli inquirenti per accendere una battaglia politica. Si prenda il M5s: nessuna speculazione, hanno detto, sulla vicenda Marini, per Siri dovrebbe valere l’opposto: si dimetta subito. L’uso politico della giustizia è diventata una prerogativa degli ex-grillini oggi solo pentastellati. Non si è udito nessun coro “onestà, onestà” contro il PD mentre si sta alzando già il patibolo per Siri. Hanno cambiato lo statuto per lasciare al loro posto i sindaci indagati. L’abilità mostrata dal M5s nell’avvelenare i pozzi della politica è arcinota e la pratica oggi contro il suo alleato leghista. Senza accedersi che la giustizia, come diceva Piero Calamandrei, è molto simile a una spada senza l’elsa per cui chi la impugna può ferire ma rimanere anche ferito”.
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