“Il problema è che lo chiamano ancora reddito di cittadinanza nonostante le dotazioni economiche risultano essere del tutto insufficienti per dare realmente fiato a tutti gli italiani che i Governi Gentiloni e Renzi hanno portato alla povertà in questi ultimi anni. Altro che abrogare la povertà, il Movimento la istituzionalizza e cristallizza al solo scopo di garantirsi uno zoccolo duro di votanti per le future elezioni. Altro che reddito di cittadinanza propongo di rinominare il provvedimento in ‘rendità di povertà'” ad affermarlo il capogruppo di Forza Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio Paolo Zangrillo.
“La verità – prosegue l’esponente di Forza Italia – è che per il Movimento essere poveri può diventare un mestiere. Lo si capisce perfettamente leggendo gli scritti di Grillo e Casaleggio. Ecco la diversità con Forza Italia: noi non ci arrendiamo alla povertà, non barattiamo l’elemosina del Def con la dignità di una occupazione. Quando finirà nelle tasche degli italiani il reddito di povertà non sarà altro che una mancia, la quale non permetterà a nessun italiano in difficoltà di continuare a pagarsi un mutuo, di potersi permettere una autovettura, di poter mettere su casa, di sposarsi, di farsi una famiglia”.
Conclude Zangrillo: “Il Movimento ha fatto una grande battaglia contro chi fa del business sulla povertà, (contro onlus – cooperative varie – associazioni estemporanee). Tutto giusto, peccato che con la rendita di povertà faccia lo stesso. Non risolve infatti il problema del crollo dei redditi e dei salari visto che non si occupa di creare le condizioni per alimentare le offerte di lavoro. L’unica soluzione ai preoccupanti dati sull’aumento dei poveri in Italia era di allargare a tutti i cittadini, sin da subito, la Flat Tax come da programma del centrodestra. Solo in questo modo si sarebbe data vita a nuove imprese e quindi a più lavoro di qualità. I veti, le differenze e le diffidenze però tra giallo verdi hanno prodotto invece solo una manovra a deficit che ruberà il futuro ai nostri figli e che non strapperà alla povertà nessuno se non gran parte dei ministri e dei parlamentari del Movimento, ex disoccupati fino a prima del 4 marzo e oggi parte integrante della casta che sbertucciano – solo a parole – sui social”.
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