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Privacy, Rosso (FI): nuovo decreto é semplice messaggio pubblicitario del M5S. Si ritiri provvedimento

“Lo schema di decreto per aggiungere, ad un precedente provvedimento del 2010, il diritto a non voler più ricevere posta cartacea pubblicitaria a casa, grazie all’iscrizione al registro pubblico delle opposizioni, é l’ennesimo spot vuoto della Casaleggio Srl. Si tratta dell’ennesimo messaggio pubblicitario, da spendere sui social pentastellati per dire “lo abbiamo fatto”, ma che gli italiani non vorrebbero più ricevere guardando ai risultati raccolti e a come é scritto. Venga ritirato il decreto, venga corretto e aggiornato, si allarghi la registrazione non solo alla posta cartacea ma anche alle email e soprattutto si preveda un fondo per pubblicizzare il diritto”. Ad affermarlo in Commissione Telecomunicazioni il deputato di Forza Italia Roberto Rosso, già presidente di Corecom Piemonte.

“E’ imbarazzante – spiega l’esponente di Forza Italia – vedere come il nuovo Governo non si premuri di controllare i primi provvedimenti che porta all’attenzione delle Commissioni. Lo schema di decreto presenta tre criticità. In primo luogo non tiene conto che dopo il decreto 178/2010 é intervenuta la legge 5/2018, la quale ha esteso la normativa anche alla telefonia mobile. Nell’analisi tecnico-normativa, allegata al decreto, si parla della legge 5 come se il suo iter fosse ancora in corso é evidente quindi il testo di legge non è stato aggiornato. Vi è poi il problema dei pareri vincolanti che devono accompagnare la costruzione del decreto che sono stati tutti forniti prima del 2018 e che quindi dovrebbero essere quantomeno rinnovati. E’ necessario che il Garante per la protezione dei dati personali e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si esprimano alla luce delle modifiche legislative intercorse in questi primi sei mesi dell’anno”.

Conclude Rosso: “In ultima analisi c’è una questione sostanziale che l’attuale Governo decide di non trattare: questo provvedimento non sta funzionado. In Italia esistono 120 milioni di utenze telefoniche. Andando sul sito www.registrodelleopposizioni.it, nell’area del monitoraggio, si scopre come dal 2010 abbiano chiesto l’iscrizione al registro appena 1,5 milioni: la gran parte si è iscritta nei primi due anni, poi l’attenzione è andata via via scemando. La verità è che gli italiani non sanno che esiste questa possibilità perchè non adeguatamente pubblicizzata. Questo decreto non prevede però alcuna costituzione di un fondo per rendere pubblico questa facoltà del consumatore, nè obbliga in alcun modo gli operatori della telefonia a doverne dare comunicazione in fase di chiusura dei contratti. Resterà lettera morta. Peraltro il decreto non prevede che si possa iscrivere al registro anche le proprie caselle di posta elettronica. E pensare che qua sì che gli italiani rischiano grosso visto l’aumento esponenziale dei casi di phishing che porta solo ad una invasione della propria privacy ma anche e sopratutto a livello economico. E’ chiaro che per tutte queste ragioni ho chiesto al presidente della Commissione di rivendere il decreto perché irricevibile e inutile, così come scritto”.

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