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Manovra, Zangrillo (FI): il reddito di cittadinanza, così come immaginato da Di Maio, è il primo passo per trasferire la capitale da Roma a Cuba

Il deputato Paolo Zangrillo, capogruppo Forza Italia in Commissione Lavoro - Camera dei Deputati

“Leggendo la manovra e in particolare il provvedimento del reddito di cittadinanza, così come immaginato da Di Maio e associati non si può che constatare come si tratti del primo passo prima di trasferire la capitale italiana da Roma a Cuba. La Raggi ‘stia all’occhio'”. Ad affermarlo in una nota il deputato di Forza Italia, Paolo Zangrillo, capogruppo degli azzurri in Commissione Lavoro a Montecitorio.

“Partendo dal presupposto che reputo un bluff la misura del reddito di cittadinanza, perché distrae risorse utili per far ripartire l’economia, resto allibito dall’idea di creare un bancomat di cittadinanza dove sia lo Stato che decide che cosa possa o non possa comprare con quel denaro un mio concittadino. Se tu Governo decidi, sbagliando, di fare ridistribuzione sociale dando dei soldi, una mancia, a questi cittadini non ti devi permettere di decidere per conto loro. Questa è la morte della democrazia e della libertà in ‘salsa cubana’. Peraltro chi farà le convenzioni? Saranno aperte a tutti gli esercizi commerciali o solo a quelli simpatici al Governo? Con quale metro si decide che una spesa sia giusto o ingiusta? Se voglio regalare un mazzo di fiori alla mia fidanzata o a mia mamma che compie gli anni mi sarà impedito? Se una volta al mese voglio mangiare una pizza fuori perché non lo posso fare? Se voglio finire di pagare il mutuo sulla mia auto, che mi servirebbe per trovare un lavoro, perché lo Stato me lo dovrebbe impedire? Peraltro – sempre secondo quanto ci è dato sapere – questi cittadini sarebbero inseriti in percorsi di presa in carico, in corsi di formazione; non si comprende quindi con quale ratio se questi cittiadini frequentano regolarmente le attività predisposte dai Centri per l’Impiego poi dovrebbero essere  “puniti” determinando a priori come debbano spendere i loro quattrini? In questo modo non si abroga la povertà, anzi si alimenta il rancore e si fa diventare una colpa essere povero”.

Conclude Zangrillo: “Peraltro, man mano che la misura prende forma, spuntano le contraddizioni. Il Movimento ci deve spiegare come riuscirà a trovare quei 10/14 milioni di proposte di lavoro che sono indispensabili affinchè, per una platea di sei milioni di persone, la misura non si tramuti in un assegno di mantenimento per tre anni fine a se stesso. Infatti deve essere chiaro: è vero che se tu rinunci a tre proposte dei Centri per l’impiego perdi il reddito, ma se non c’è sufficiente domanda di lavoro tu il reddito per tre anni lo percepisci e basta: grazie ad uno Stato che semplicemente fa “beneficienza” sulle spalle dei giovani, i quali dovranno ripagare i debiti contratti dall’Italia. In ultima analisi c’è la truffa che viene propagandata in queste ore: se i soldi previsti ammontano a 9 miliardi e si continua a parlare di 5/6milioni di fruitori il calcolo è presto fatto: il reddito ammonterà a soli  120 euro al mese”.

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