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LUCCA: Penuria medici di famiglia, Marchetti (FI): «Allarme giustificato. Regione incapace di rendere attrattivo il sistema per chi vi opera»

«Da qui al 2022 è previsto che siano 1.085 i medici di famiglia toscani che andranno in pensione, con una quota che in proiezione decennale, ovvero fino al 2028, sale a 2.069 esodi. La gobba pensionistica è prevista proprio per il 2022, quando ad appendere il camice al chiodo in Toscana saranno 271 medici di base. Lucca non sfuggirà a questo scenario»: a snocciolare i dati, attingendo a quelli messi a disposizione dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che vede come fondati i timori manifestati dal presidente dell’ordine dei medici lucchese Umberto Quiriconi.

Proprio su questa materia, il 21 marzo scorso, Marchetti ha presentato una interrogazione nella quale chiede alla Regione di mettere nero su bianco le eventuali strategie di prospettiva per fronteggiare il problema: «Si va verso il ‘tilt’ a Lucca come altrove – è l’analisi di Marchetti – perché la Regione negli anni ha impoverito il sistema sanitario a un punto tale da non rendere più attrattivo lavorarci. Ahimè non solo per i medici di famiglia o per quelli dell’emergenza urgenza, ma anche per gli ospedalieri. Chi può esce dal sistema pubblico toscano e le nostre professionalità eccellenti varcano con piacere i confini regionali per lavorare dove non li si limita nella capacità e titolarità prescrittiva, ad esempio, o dove non si pretende di sovraccaricarli con turnazioni infinite e carichi di lavoro che aumentano mentre diminuisce la forza operativa, e quindi di cura, o di inibire la loro possibilità di esercitare la libera professione».

«Sono tutti provvedimenti che la Regione ha via via assunto sfogliando la sanità toscana come un carciofo quando per controllare il consenso elettorale – prosegue Marchetti – quando per ottenere risparmi contabili sacrificando la mission di assistenza e cura del sistema e chi le dà gambe, ovvero i professionisti della salute, per privilegiare logiche di apparato».

Adesso all’orizzonte si profila una sorta di resa dei conti della storia: «Il combinato tra le politiche di sinistra e soprattutto di Rossi sul settore – spiega il Capogruppo regionale di Forza Italia – il blocco del turnover e i pensionamenti in vista, con la spinta generata dal governo gialloverde attraverso ‘quota 100’, si prepara a svuotare gli ambulatori. Intanto l’indice di invecchiamento della popolazione in Toscana più che altrove aumenta e, con esso, cresce il bisogno di salute. La situazione è da codice rosso. L’unica soluzione è invertire la rotta. Per farlo, e tagliare il cordone che lega la sinistra alla sanità entro un cappio che ormai la strozza, bisogna mandare a casa al più presto Rossi, Saccardi e le sinistre».

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