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LUCCA: Futuro del Campo Marte, Marchetti (FI): «Una resa rispetto alla capacità di alienare contrabbandata da ideona»

«Sul futuro del ospedale Campo Marte a Lucca dal Pd solo propaganda che tenta di contrabbandare come un’ideona l’esser stati incapaci di trovare la quadra sulle alienazioni e sulle varie ipotesi di valorizzazione. Mi permetto sommessamente di ricordare che sul futuro del vecchio ospedale di Lucca il primo accordo di programma risale al 2005 e prevedeva una valorizzazione per 23 milioni di euro. Poi arrivò nel 2012 un protocollo d’intesa deliberato dalla allora Asl 2 ma rimasto poi in un cassetto. Andando avanti, nel 2014 già si prospettava, in caso di nuovo utilizzo dei padiglioni, l’esigenza di doverli ristrutturare e il costo cinque anni fa era stimato in 21/21,5 milioni. Da allora nessuna delle opzioni di gioco è stata percorsa. Intanto da parte della Regione arriva una proposta di legge che, nel tentativo di portare a dama le alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie, rischia di scivolare nella china delle svendite pur di racimolare liquidità che alle casse del sistema salute serve come l’aria. Ma così ancora una volta non si andrà da nessuna parte, oltre i bla bla di circostanza. Giusto saperlo, e per questo il merito va alle opposizioni in Consiglio comunale a Lucca che hanno richiesto una seduta ad hoc sulla questione»: la valutazione arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che sul futuro del vecchio polo ospedaliero lucchese ha voluto rifarsi da capo districandosi tra atti, delibere e documenti in modalità archivio storico.

            «Sì, ho risalito la corrente storica come i salmoni. Non facile, data la messe di carte che però avevo la fortuna di possedere avendo conservato presso i miei uffici in Regione la documentazione su cui, nel 2014, lavorò la Commissione regionale d’inchiesta sul patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie, presieduta dall’allora Consigliere di Forza Italia e oggi deputato Stefano Mugnai. Da quel lavoro – ricapitola Marchetti – sortì una relazione conclusiva unitaria in cui si chiedeva, dato lo stallo complessivo e il disordine che regnava nella materia, l’istituzione di una task force dedicata e preposta ad aggredire il mercato in maniera vincente. Altrimenti, il rischio era che il patrimonio non utilizzato cadesse nel degrado più assoluto o preda di occupazioni abusive».

            «Il Consiglio regionale produsse un atto unitario di indirizzo. La giunta, manco a dirlo, non vi dette mai seguito. Solo adesso – racconta Marchetti – avanza tardivamente una proposta di legge sulla materia di cui Comune di Lucca e la Asl Nord Ovest, nel parlare di intenti comuni e di epistolari con la Regione, non paiono non tenere conto. Così come pare non tenersi in alcun conto che già nel 2014 l’allora direttore generale Joseph Polimeni aveva fatto produrre una stima sui costi di ristrutturazione. “L’ospedale non era sicuro”, affermava in Commissione d’inchiesta spiegando che “c’è il nuovo ospedale, quindi si viveva in quella funzione”. Ed ecco, ancora, le sue parole per come riportate nel verbale di seduta e poi nella relazione finale dell’organismo regionale: “Se dobbiamo popolare l’ex Campo di Marte […], lo dobbiamo fare con piani di adeguamento [che] possono essere di due tipi: o la ristrutturazione degli attuali padiglioni, oppure […] la previsione di un nuovo padiglione. Gli studi […] ci dicono che andare a ristrutturare […] è veramente difficile, […] perché vuol dire avere un orizzonte temporale di almeno 10-12 anni, vuol dire continui trasferimenti di attività, quindi buchi di servizio […]. In termini finanziari, le stime ci dicono che tutto questo comporterebbe […] un investimento presunto di ristrutturazione che andrebbe intorno ai 21/21,5 milioni”. E si parlava solo di 6 padiglioni, quelli allora non occupati da attività sanitarie».

            E Marchetti ora si chiede: «Li abbiamo? Lo domando. Perché il bisogno a Lucca di cure intermedie è chiaro a tutti e patito dall’intera comunità non solo cittadina. Collocarle al Campo Marte è un’opzione ma arriva dopo 14 anni dall’accordo di programma e senza aver venduto di quel complesso nemmeno una tapparella, a che mi risulti. Mi permetto di dubitare che dal 2014 in qua le condizioni degli spazi inutilizzati siano migliorate. E quindi, di che si parla? Di una resa. Si è stati incapaci di concludere sulle alienazioni, non si è valorizzato un bel nulla, dunque oggi si sventola bandiera bianca ma si vuol far passare per ideona quella che in realtà è una resa sulla capacità manageriale dei giocatori in campo. Questo per chiarezza. Magari si arrivasse a dare compiutezza al percorso di rivitalizzazione dell’area, qualificandone le funzioni. Magari si creassero spazi di continuità assistenziale tra ospedale San Luca e territorio. Magari, magari… ma la fattibilità dov’è? Si è sognato abbastanza, ora bisogna rimboccarsi le maniche».

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