«Io proprio ci tengo che sia chiaro a tutti: a costringere all’amputazione di entrambe le gambe la malata del Lazio che oggi rende noto il suo caso con lettera aperta alla Regione sono il Partito Democratico di Enrico Rossi e Italia Viva di Stefania Saccardi. Sono loro, con delibera dell’anno scorso e dunque atto unilaterale di giunta, ad avere imposto alle cliniche private limiti nell’accoglienza di pazienti non toscani. Intanto, quasi in contemporanea, varavano la loro legge sui diritti samaritani con cui estendono coperture sanitarie, alimentari, abitative a chiunque sia presente in Toscana anche privo di regolare titolo di soggiorno, ovvero clandestino. Sono inorridito per questa responsabilità che trascende la politica. Io non ci dormirei la notte a sapere che con una mia delibera, emessa per ragion contabile, faccio perdere le gambe a cittadini che pagano le tasse solo perché non sono toscani. E’ macelleria politica in senso stretto. Un orrore»: l’affondo arriva dal Capogruppo Fi in Consiglio regionale Maurizio Marchetti a seguito della lettera aperta con cui la famiglia Croce, dal Lazio, si rivolge ai Presidenti della Giunta toscana Enrico Rossi e dell’Assemblea regionale Eugenio Giani per rappresentare il caso della congiunta 74enne. Nel giro di poche settimane la signora si vedrà costretta all’amputazione degli arti inferiori dopo che la consueta terapia chirurgica, praticatale ormai da anni in convenzione presso la clinica privata Barbantini di Lucca e unica nel suo genere, le viene sostanzialmente vietata dalla delibera 1220 del 2018 con cui la Regione Toscana ha imposto tetti risicatissimi al trattamento di pazienti non toscani.
Contro questa decisione Marchetti si è battuto fin da subito: «Le cliniche private sono giustamente insorte in massa per gli effetti avversi che l’improvvisa sterzata della Regione andava a provocare. Alcuni istituti – ricorda Marchetti – dovendo dall’oggi al domani rinunciare ad accogliere pazienti anche storici da fuori Toscana si sono trovate a dover licenziare addetti e personale, rimanendo strozzate nell’intercapedine assurda di far avanzare budget che i malati toscani non saturano mentre altri non toscani, come la signora Croce, trovano i porti sanitari regionali chiusi e devono farsi amputare le gambe per esaurimento di quel ramo di budget in convenzione. E tutto perché la Regione non riesce a farsi rimborsare dalle proprie consimili e, con la contabilità sanitaria sempre sul filo del rasoio, cerca di racimolare tutta la liquidità che può dove le salta in mente. Senza pensare alle ripercussioni gravissime come questa».
Non la sola: «In questi mesi ho ricevuto io stesso telefonate da questa famiglia nei giorni scorsi come da altre – ripercorre Marchetti – e sono stato contattato anche da legali di malati, ricordo il caso di un signore pugliese, che hanno tentato addirittura la via giudiziaria pur di farsi curare. Il Tar toscano si è già espresso contro questa delibera. Intanto, mentre queste persone sono mangiate vive dalla cancrena e sono costretti alla prospettiva di perdere le gambe, lo voglio proprio ripetere a questi malati tagliano via le gambe, ecco Rossi riempirsi la bocca con legge strafinanziata che estende quelli che lui chiama diritti samaritani e tra questi sanità anche di prevenzione a chiunque si trovi sul territorio regionale a qualunque titolo, anche non regolare. E’ una discriminazione all’incontrario. La delibera 1220/2018 della sinistra toscana limita la libertà d’impresa delle cliniche, la libertà di cura dei malati, il loro stesso diritto alla salute. E, purtroppo in più casi di quelli che possiamo rendere noti, taglia loro le gambe. Vergogna».
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