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FIRENZE: Piano sanitario e sociale della Toscana, Marchetti (FI) in aula: «Ritiratelo e presentatelo compiutamente e a norma entro l’anno»

«Ritirate questo volumetto e presentate un Piano sanitario e sociale per la Toscana a norma di legge, con tutti i segmenti previsti dalla normativa per entrambi i comparti che si devono andare a programmare. Ve lo chiediamo non solo come Forza Italia ma come centrodestra con un ordine del giorno pregiudiziale congiunto perché questo volumetto di certo non è il documento di programmazione sanitaria e sociale conforme al dettato normativo vigente». Così il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che in questo senso si è espresso poco fa intervenendo in aula aprendo così, con la presentazione dell’ordine del giorno pregiudiziale sottoscritto dall’intero centrodestra, il dibattito dell’Assemblea toscana sul Piano sanitario e sociale integrato regionale (Pssir) 2018-2020.

«Qui oggi siamo chiamati al dibattito sul principale documento di programmazione strategica della legislatura – ha osservato Marchetti – dal momento che il comparto sociosanitario assorbe circa il 70% delle risorse regionali. Questo documento arriva con nove mesi di ritardo, e in più contraddice le prescrizioni della legge regionale 40 del 2005. E’ non più che un volume d’intenti, un manuale programmatico forse buono per la campagna elettorale e in cui si dice che tutto va bene. Io vi ricordo che tutto non va bene, e l’hanno scoperto anche a Roma tanto da innescare la lettera del premier Conte al governatore Rossi per intimargli di rientrare dai debiti pregressi. Non va bene e le difficoltà emergono quotidianamente quando vediamo i medici che fuggono dal sistema, quando i dirigenti vengono dimissionati, ancor più quando parliamo col cittadino paziente che si trova a scontrarsi con le liste d’attesa, che viene dimenticato sulle barelle nei corridoi dei pronto soccorso, che negli ospedali si infetta senza sapere di cosa da batteri di cui si dà notizia dopo mesi dal verificarsi dei focolai».

Tra parte squisitamente sanitaria e parte sociale la lista dei ‘manca’ si allunga: «Non trovo le prescritte definizioni puntuali sui livelli uniformi ed essenziali di assistenza – avvia l’elenco Marchetti –, i criteri di riparto delle risorse tra aziende sanitarie col dettaglio per zone-distretto, quelli secondo i quali è quantificata la spesa a copertura di programmi e fabbisogni specifici, per la manutenzione e il rinnovo del patrimonio aziendale, per il funzionamento degli attori del sistema sanitario, per la valorizzazione e qualificazione dell’assistenza nelle zone insulari e montane con le risorse dedicate…».

Marchetti elenca: «Ci sono segmenti saltati proprio a piedi pari dal documento malgrado siano espressamente previsti dalla legge – espone compassato come sempre – e mi riferisco ad esempio a quella sul servizio civile, per dirne una. Idem per la parte sulla sicurezza stradale, di cui è prescritta una strategizzazione continuata e continuativa ma qui invece è relegata a 6 righe di testo. Potrei riempire a mia volta un libro con quel che questo volumetto non ha per poter essere un Pssir a norma di legge. Il libro di quel che invece davvero non funziona nella sanità regionale lo scrive purtroppo la cronaca quotidiana. Forse non saprei farlo più carino fuori, ma più consistente dentro di sicuro sì. Per questi motivi questo noi vi chiediamo di ritirarlo in attesa del Piano sociosanitario quello vero che vi chiediamo di produrci entro l’anno».

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