“Facciamo chiarezza. La legge elettorale prevede che i partiti possano coalizzarsi tra di loro. Le coalizioni non sono una invenzione solo italiana. Presupposto di una coalizione è sottoscrivere non solo un programma comune ma anche scegliere un certo numero di candidati comuni che si presentino a nome e per conto di tutti i partiti della coalizione. Per il centrodestra gli eletti all’uninominale sono 109 alla Camera, 58 al Senato. Ecco una ragione per la quale nessun politico responsabile e che abbia a cuore il voto democratico può permettersi di smembrare una coalizione. Si contravverrebbe al patto politico che i nostri eletti all’uninominale hanno sugellato, al momento del voto, con i propri elettori”. A sostenerlo l’onorevole piemontese di Forza Italia Paolo Zangrillo.
“Chiarito questo primo punto – aggiunge il deputato azzurro – Di Maio continua a sproloquiare, attribuendo a tutti fuorché a sé stesso le responsabilità di non essere riuscito a diventare premier. Di Maio è arrivato secondo, eppure ha continuato a comportarsi come fosse arrivato primo volendo dare le carte anche per conto del presidente della Repubblica. Ha iniziato ponendo veti assoluti verso i leader di due partiti che sono stati legittimati da milioni di voti come lui, di fatto dando un vaffa non tanto a Berlusconi e Renzi ma al popolo che l’ha eletto. Con pervicacia ha poi giocato su più tavoli, prima con la Lega poi con il Pd come se i programmi delle due forze politiche potessero essere compatibili tra loro. Un giochetto, quello dei due forni, che ci assicura il vero ritratto del Movimento Cinque Stelle: quello cioè di un partito, non più di un movimento. Pronto a rottamare i propri programmi per le poltrone, altro che per il bene degli elettori. Il passo indietro, consumato solo quando Di Maio ha scoperto che il fuoco nei forni si era spento e la farina era finita. Allora ecco pronta l’inversione ad U attribuendo a tutto il mondo le responsabilità dello stallo italiano, quando purtroppo la colpa principale è sua e di chi lo telecomanda”.
Conclude Zangrillo: “È evidente che i ricatti da parte di chi, come i ragazzotti della Casaleggio Srl, non conosce il rispetto dei programmi, degli accordi, delle persone siano irricevibili. Mi ripeterò, ma quale fiducia si può nutrire in un governo dove uno dei soggetti prima ha flirtato con la Lega e poi con il Pd? Tutto questo walzer è disgustoso e se sarà campagna elettorale bisognerà ripartire proprio dall’analisi delle mosse dei 5 Stelle in queste consultazioni: una forza inadatta a governa qualunque cosa, anche loro stessi”.
Leave a comment