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Veicoli usati, Cirio (FI): proporremo una risoluzione per la definizione di un Piano quinquennale

L'eurodeputato Alberto Cirio in una riunione con il mondo dell'automotive
Le ultime normative in materia di tutela ambientale e del consumatore rischiano di mettere in ginocchio il settore della compravendita di veicoli usati: è il grido d’allarme lanciato dall’AIRVO, l’Associazione italiana rivenditori veicoli d’occasione, presente oggi al Parlamento Ue di Bruxelles per chiedere l’istituzione di un tavolo europeo dedicato al comparto.
«Proporremo una risoluzione per la definizione di un Piano quinquennale comune ai Paesi membri dell’Unione – commenta l’eurodeputato Cirio -. La tutela ambientale e i diritti del consumatore sono una priorità, ma va studiato il modo per contenere l’impatto su un settore che solo in Italia vede occupate quasi mezzo milione di persone e che incide sia sui bilanci familiari sia sul gettito fiscale dello Stato».
«Il recepimento di alcuni indirizzi normativi stabiliti dall’Ue sta provocando un duro contraccolpo in Italia – spiega Ercole Messina, presidente dell’Airvo -. Quello che si prospetta è uno scenario di recessione che non riguarderà solo il nostro Paese, ma avrà riflessi anche in Europa».
È il caso del “bonus malus” collegato alla Legge di bilancio che prevede già dal 1° marzo 2019 una tassa da 1.000 a 2.500 euro per le nuove immatricolazioni, in Italia, di veicoli con emissioni di CO2 superiori ai 161 g/km e, parallelamente, un incentivo da 6.000 a 1.500 euro per l’acquisto di veicoli nuovi a bassa emissione, ibridi ed elettrici. Sono però esclusi dagli incentivi i veicoli km 0.
«Rischiamo di ritrovarci con un parco auto di centinaia di migliaia di veicoli non più vendibili che saremo costretti a svendere ai paesi extraeuropei dove la normativa è meno stringente – aggiunge Salvatore Gravina, segretario generale Airvo -. Il danno non colpisce solo i rivenditori, ma anche le famiglie perché non tutti possono permettersi di acquistare un’auto nuova. Senza contare il gettito Iva che lo Stato perderà su tutte le vendite che non verranno realizzate. Chiediamo all’Europa un Piano industriale quinquennale che coinvolga anche la categoria dei rivenditori e che si ponga come obiettivo di rinnovare il parco usato circolante, prevedendo bonus e incentivi anche per l’acquisto di veicoli usati a bassa emissione».
Accanto alla normativa ambientale a mettere in difficoltà il comparto sono anche le leggi che riguardano la tutela del consumatore. L’art 129 del Codice italiano del Consumo (in linea con gli  art. 7-8  del Codice europeo dei Consumatori) ha infatti introdotto il concetto di “ragionevole aspettativa” nei confronti del veicolo acquistato, senza però definire un parametro in grado di oggettivare tale aspettativa. Un vuoto normativo che sta generando numerosi contenziosi.
«Chiediamo di definire uno standard europeo per calcolare la vita residua del veicolo, al fine di prevenire i contenziosi – spiega ancora Gravina -. La questione non può essere affidata al giudizio soggettivo, serve un metodo scientifico per certificare le informazioni che vengono fornite nel contratto di compravendita».
Una sperimentazione in tal senso è già stata avviata con successo da un team di ricerca del Politecnico di Torino, coordinato dal prof. Maurizio Galetto, che su impulso di Mo.Vi, azienda italiana del settore, ha elaborato un innovativo algoritmo che consente di calcolare sulla base di parametri oggettivi la percentuale di vita residua di un veicolo usato.
«Km percorsi, età del veicolo, ma anche lo stile di guida e il carico da stress a cui è stato sottoposto: sono alcuni esempi di variabili tenute in conto dall’algoritmo – spiega il prof. Luca Mastrogiacomo del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino -. Questo ci consente non solo di calcolare la durata residua di un veicolo usato al momento del suo acquisto, ma in prospettiva anche di trasformarlo in un dispositivo che, installato sulla vettura e collegato a un’app, fornisce in tempo reale all’utilizzatore lo stato di usura, componente per componente, e di prevederne eventuali guasti consentendo di pianificare e ottimizzare la sua manutenzione».
Il comparto legato alla compravendita di veicoli usati conta in Italia oltre 157mila aziende e più di 440mila addetti (Fonte Unioncamere 3° trimestre 2018). Nel nostro Paese, lo scorso anno, più della metà delle vendite del settore automotive ha riguardato l’usato (60%): il settore rappresenta il 45% del fatturato complessivo (nuovo+usato) che ha raggiunto in totale un giro d’affari di 78 miliardi di euro (Fonte Aci).
Quasi la metà dei veicoli circolanti in Italia (49%) è classificato euro 4 ed euro 5, il 17% è euro 6 (incluse anche le vetture con alimentazione ibrida), mentre le vetture ad alimentazione totalmente elettrica rappresentano solo lo 0,03% (Fonte Unrae 2018).
In Europa dal 2011 al 2016 il numero dei veicoli circolanti è salito da 243 a 257 milioni (+5,7%). In questa classifica l’Italia, con 37,8 milioni, si piazza al secondo posto dietro la Germania e davanti a Regno Unito e Francia.

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