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UE: BRUNETTA-ROMANI, GERMANIA-FRANCIA DECIDONO NUOVA EUROPA, E L’ITALIA DI GENTILONI DOV’E’?

Dichiarazione congiunta dei capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani:

“Siamo estremamente preoccupati per quanto sta avvenendo a Bruxelles in questi giorni, dove gli alti funzionari europei e gli Stati membri, senza alcuna rappresentanza italiana presente, dibattono sulla nuova governance europea, alla ricerca di una soluzione che possa essere introdotta nel quadro normativo Ue entro poco tempo. Questo per due motivi.

Il primo è che non siamo per nulla d’accordo sui contenuti delle proposte, che vedono, in primis, la creazione di un Fondo Monetario Europeo che avrebbe il compito di sostituire la Commissione Europea nel controllo delle finanze pubbliche degli Stati membri, intervenendo nelle situazioni di crisi attraverso il meccanismo di ‘deficit in cambio di riforme’ e il cui potere decisionale dipenderebbe dalle quote detenute dagli Stati nel fondo, con Germania e Francia che la farebbero da padrone.

Pericolosa, in particolare, è la proposta integrata dal progetto di quello che potrebbe diventare un accordo intergovernativo con il quale gli Stati membri della zona euro convengono sul trasferimento di fondi dal Meccanismo Europeo di Stabilità al Fondo Monetario Europeo e la previsione che quest’ultimo subentri al primo anche nello status giuridico, con tutti i relativi diritti e obblighi. Così come pericolosa è per l’Italia anche l’idea che il Fondo monetario europeo possa intervenire sul secondo pilastro dell’Unione bancaria, il cosiddetto meccanismo di risoluzione unico.

In altre parole, la maggioranza che governerà il Fondo Monetario Europeo, vale a dire Francia e Germania, avrebbe un potere enorme nel decidere anche sul sostegno al sistema bancario, dettandone le regole e, in seconda battuta, controllando i risparmi dei paesi membri. Per non dimenticare la volontà di inserire il Fiscal Compact, il patto sottoscritto nel 2012 dagli Stati contenente le nuove regole di monitoraggio sui conti nazionali, all’interno del diritto comunitario.  Completamente assenti, invece, le regole per punire i prolungati surplus commerciali di alcuni paesi, in primis la Germania, nei loro scambi intracomunitari.

Il secondo nostro motivo di preoccupazione, strettamente legato al primo, è riferito alla totale, quanto incredibile, assenza del Governo italiano in questo processo di riforma. A riprova di ciò, veniamo a sapere che proprio oggi, a Berlino, si sono riuniti 15 economisti di nazionalità tedesca e francese, per suggellare il patto tra le rispettive nazioni sulla struttura e regole di bilancio della futura Unione monetaria. Fra i firmatari ci sono alti funzionari tedeschi e i consiglieri economici del presidente francese Emmanuel Macron, a riprova della serietà con la quale l’asse franco-tedesco sta prendendo l’iniziativa. L’Italia, al contrario, è stata completamente esclusa dal gruppo. Lo scandalo è che non ha nemmeno chiesto di parteciparvi. Infatti, nel momento in cui ci sarebbe bisogno di far sentire la propria voce a Bruxelles, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan è in campagna elettorale a Roma. Il primo ministro Paolo Gentiloni non ha inviato nessun italiano a partecipare al gruppo. Non ci risulta nemmeno che il Governo abbia una proposta scritta di riforma a riguardo, dal momento che non esiste nessun documento fatto circolare al Parlamento o al Tesoro, prima di quelli ufficiali decisi dall’alto. Nulla.

Per la prima volta nella storia l’Italia abdica così al suo ruolo di Paese fondatore, lasciando strada libera a Parigi e Berlino, che decideranno in totale solitudine l’assetto della Nuova Europa per i prossimi decenni. Nel primo dopoguerra andò Alcide De Gasperi a negoziare allo stesso tavolo di Kondrad Adenauer e Robert Schumann. Purtroppo per noi, a quel tavolo, questa volta non c’è seduto nessun italiano”.

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