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UE: BRUNETTA, ITALIA ASSENTE IN EUROPA, PAGHEREMO CONTO SALATO

“Nell’Eurosummit che si svolgerà domani, i leader dei paesi che adottano l’euro come moneta di scambio metteranno sul piatto della riforma della governance europea una polpetta avvelenata per l’Italia, della quale il governo Gentiloni non si è nemmeno accorto.

In agenda ci sarà infatti la discussione del nutrito pacchetto di misure, chiamato roadmap per l’unione economica e monetaria, lanciato dalla Commissione Europea lo scorso 6 dicembre, su iniziativa dell’asse franco-tedesco.

Tra gli argomenti dibattuti, ci sarà l’inserimento del Fiscal Compact, il patto sottoscritto nel 2012 dagli Stati contenente le nuove regole di monitoraggio sui conti nazionali, all’interno del diritto comunitario.

Nonostante le affermazioni bellicose dei più noti esponenti del Partito Democratico, che quando si parlava di Fiscal Compact erano soliti stracciarsi le vesti, scagliandosi contro l’austerità imposta da Bruxelles, annunciando veti di ogni sorta e promettendo a destra e a manca emendamenti per ridurre la portata del Patto, sul tavolo di domani arriverà una semplice direttiva che di fatto si limiterà a “recepire” la sostanza del fiscal compact, confermandone tutti i vincoli, in particolare quelli sulla riduzione del debito pubblico, rafforzando i controlli sui bilanci statali sotto la vigilanza di organismi indipendenti, sfruttando correttivi automatici qualora non si rispettino gli obiettivi.

Assenti, invece, le regole per punire i prolungati surplus commerciali di alcuni paesi, in primis la Germania, nei loro scambi intracomunitari.

Infine, si parlerà anche della proposta Schauble di trasformare l’ESM, il fondo Salva-stati, in un Fondo Monetario Europeo che possa agire con meccanismi d’intervento fortemente discrezionali, governato da chi detiene la maggioranza delle quote, guarda caso sempre Francia e Germania.

Ce ne sarebbe a sufficienza affinché il presidente del consiglio Gentiloni e il ministro dell’economia Padoan vadano in Europa per opporsi ad una riforma draconiana per effetto della quale l’Italia è la prima a rischiare di subire fortissimi contraccolpi economici e finanziari.

Sarebbe il momento, per il Governo, di rivendicare il ruolo italiano di paese fondatore dell’Unione e pretendere l’inserimento delle proposte italiane all’interno della nuova architettura europea. Invece, questo Governo non ha mai avuto un serio progetto di riforma dell’Europa e si è limitato ad accettare supinamente i diktat di Germania e Francia – che almeno delle proposte hanno avanzato – e si presenterà al vertice pronto, per l’ennesima volta, a firmare tutto quanto gli altri paesi gli imporranno di firmare.

Facciamo i complimenti al duo Gentiloni-Padoan per essere riusciti a far passare l’importantissimo tema della riforma della governance europea completamente sotto silenzio, per nascondere la loro incompetenza e mancanza di volontà nel partecipare come protagonisti al processo riformatore europeo.

Purtroppo, ancora una volta, l’Italia sarà costretta a pagare le dure conseguenze del non contare nulla a Bruxelles”.

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