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Striscione Forza Italia tagliato a Prato, bocciata mozione solidarietà; Mugnai (FI): «Gravi le espressioni derisorie del Pd in aula. Così si lede la dignità politica e istituzionale delle opposizioni»

«Quanto accaduto ieri nel Consiglio comunale di Prato, dove il Pd ha avuto nei confronti di Forza Italia parole derisorie in merito alla mozione sul caso dello striscione tagliato in occasione della visita di Renzi in città, è un fatto politicamente grave in quanto non solo nega il diritto costituzionale alla libertà di espressione, ma lede la dignità anche istituzionale delle opposizioni. Un aula di Consiglio comunale, come quella di ogni altra assemblea elettiva, non è la saletta del circolino Arci: lì si pretendono altri e differenti toni»: taglia alto, il coordinatore regionale toscano di Forza Italia e capogruppo Fi in Consiglio regionale Stefano Mugnai, sulla qualità e gli esiti del dibattito che ieri, nel Comune di Prato, hanno portato alla bocciatura della mozione con cui gli azzurri – la capogruppo Rita Pieri e i consiglieri Alessandro Giugni e Giorgio Silli – chiedeva solidarietà per il taglio dello striscione di protesta anti-Renzi issato da Forza Italia in occasione della visita in città dell’allora premier.

Una mozione affine era stata presentata anche nel Comune di Firenze dal capogruppo Jacopo Cellai. Anche in quel consesso – malgrado l’atto in realtà si limiti a un’espressione di «solidarietà a Forza Italia per quanto accaduto, sottolineando la gravità dell’episodio», nel nome della «necessità di tutelare la libertà di espressione che la nostra Costituzione garantisce ad ogni cittadino e ad ogni formazione politica» – la mozione venne respinta.

Ieri a Prato, però, rispetto al voto contrario da parte del Pd c’è stato un di più. Lo racconta Silli: «Il Pd ha derubricato l’espressione politica di Forza Italia a “goliardata”, deridendo di fatto la nostra iniziativa. E questo, in un’aula assembleare e da parte di chi ha appena festeggiato il 25 aprile inneggiando proprio anche ai concetti di libertà di espressione, è inaccettabile. Tanto da averci spinti a uscire dall’aula». Lo ribadisce la capogruppo Pieri: «Da parte del Pd – asserisce – in modo oltraggioso e con violenza verbale si è cercato di banalizzare la nostra mozione definendola addirittura offensiva nei confronti della libertà di pensiero, ribaltando così in modo becero la centralità della medesima, che è rivolta invece al rispetto di tale principio-diritto».

Chiosa Mugnai: «All’indomani dell’esito delle primarie Pd, posso comprendere che alla sola vaga remota possibilità di sfiorare Matteo Renzi tremino gli orli di certi pantaloni. Ma ciò non giustifica un atteggiamento che poco ha di politico e molto di bullismo da strada. In aula ciascuno esprime il proprio pensiero attraverso il voto, sul quale si può innescare un confronto dialettico, certo, ma di levatura istituzionale per un’iniziativa che, tra l’altro, è stata anche oggetto di atti parlamentari. Le offese e i tentativi di umiliazione, nelle istituzioni, stanno a zero e qualificano chi li pratica».

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