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SIENA: Pendolari ostaggio del treno bloccato sulla Siena-Chiusi; Marchetti (FI): «La mobilità sia diritto diffuso per tutti i cittadini. Chiediamo alla Regione iniziative urgenti a garantirlo»

Per ore bloccati sul treno in aperta campagna: questo è quanto accaduto ieri pomeriggio ai pendolari a bordo convoglio 6917 che collega Siena alla Valdichiana fino poi a Chiusi e che è rimasto bloccato all’altezza di Rigomagno tenendo in ostaggio tutto il suo carico umano. A riportarlo i social, dove si sono riversate le proteste, e le cronache locali: «Ormai è un continuo ripetersi di episodi di disagio come questo o comunque riguardanti ritardi, treni cancellati, vagoni obsoleti o sporchi, caldi o freddi. Ma questi sono i treni a cui quotidianamente debbono affidarsi i pendolari toscani, e pagano il biglietto per fruire del servizio. La Regione deve intervenire per ripristinare condizioni di viaggio e puntualità decorose»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che da qualche giorno sta monitorando lo stato del pendolarismo sul territorio regionale.
«Giusto ieri ho presentato un’interrogazione su questo – spiega – ma ogni giorno qui ha la sua pena e par di vuotare il mare con un cucchiaino. Chi ha lasciato che si producesse un simile stato di cose. Tra l’altro – osserva il Capogruppo di Forza Italia – particolarmente penalizzate risultano le aree geografiche più complesse, dunque proprio quelle a maggior bisogno di collegamento. E non va bene. Per questo ho chiesto alla Regione di adottare misure urgenti a garantire pieno e buon diritto alla mobilità per tutti i cittadini su tutto il territorio regionale».
E oggi Marchetti rilancia l’appello alla giunta toscana: «E’ urgente che la Regione metta in campo iniziative incisive ed efficaci per assicurare ai pendolari di ogni parte della Toscana condizioni di mobilità sostenibili e compatibili con una buona organizzazione dei tempi di vita quotidiani individuali, familiari, collettivi».
Il principio che muove Marchetti è esplicitato con chiarezza anche nell’atto depositato ieri: «Il diritto alla mobilità deve vedere tutti i cittadini a pari condizioni di accesso e fruizione nell’accezione positiva del termine e senza distinzione di classe sociale, destinazione, residenza geografica e con particolare attenzione ai flussi pendolaristici», scrive l’esponente politico. «Ho sottolineato questo aspetto – spiega – perché qui il livellamento pare effettuato verso il basso. E invece quella del trasporto quotidiano su ferro non è questione che possa esser buttata in caciara sul ‘mal comune è mezzo gaudio’. Qui non ci deve essere nessun male comune. E’ ciò che chiediamo alla Regione».

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