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SIENA: Gregge predato, esposto contro l’allevatore; Marchetti (FI): «Siamo alle comiche. Chi fa zootecnia e preserva le nostre tipicità va tutelato in ogni modo»

«Ma come? Un allevatore si trova il gregge sgozzato e squartato dai predatori, oltre alla sofferenza emotiva rischia anche il tracollo della propria attività zootecnica, e in più c’è chi presenta un esposto contro di lui come se si fosse auto predato? Come Forza Italia io contesto una Regione che non sa far di meglio che invocare i fucili contro una specie protetta come il lupo, senza pensare agli ibridi e agli inselvatichiti che scorribandano e banchettano con pecore, capre e vitellini, ma così proprio non mi ci arriva nemmeno la fantasia»: è esterrefatto, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, nell’apprendere quanto accaduto a Radi, frazione di Monteroni d’Arbia. L’azienda agricola Podere Sant’Anna si è trovata l’altra mattina col gregge più che decimato.

«Qui – analizza Marchetti – siamo alle solite: un patrimonio animale perduto, un allevatore emotivamente in lacrime ed economicamente in ginocchio, una Regione Toscana che gli risarcirà poco o nulla e chissà quando ma intanto invoca abbattimenti di lupi, e noi che continuiamo insistentemente a chiedere che la Regione promuova azioni di contenimento di ibridi e inselvatichiti, anche attraverso campagne massicce di cattura e sterilizzazione e sanzionando i proprietari laddove si tratti di cani incustoditi e lasciati liberi di esprimere il loro predatorio. Questi gli attori di sempre. Ma questa volta la storia ha calato il jolly: l’associazione Aidaa di Lorenzo Croce che deposita esposti e istituisce taglie in danaro un giorno sì e l’altro pure, punteggiando con iniziative simili tutto lo Stivale, praticamente denuncia l’allevatore. O non lo so, io? Le comiche».

Comiche davanti alle quali Marchetti però, sia chiaro, non ride per nulla. Anzi, rilancia: «La specie da tutelare, qui, è l’allevatore con le sue pecore in questo caso o comunque con i suoi animali. E non c’è da gridare “al lupo al lupo” come fa la giunta regionale distogliendo così l’attenzione dalla propria inconcludenza del contenimento degli ibridi. Noi la nostra l’abbiamo detta: con gli indennizzi qui non si va da nessuna parte. Costa quasi più la pratica che quel che si riceve, quando lo si riceve, in ristoro. Qui bisogna invertire l’approccio e andare verso misure di incentivo e sostegno per gli strumenti di difesa passiva, oggi a completo carico dell’allevatore. Oltre alle recinzioni elettrificate, non sempre strumento adatto, dipende da territori ed estensioni dei terreni da proteggere, per gli allevamenti esistono i cani da guardianìa. La Toscana vanta una delle più efficaci razze autoctone, ovvero il cane pastore maremmano abruzzese pronto a dare la vita per proteggere il ‘suo’ gregge. Basterebbe volerlo, e si potrebbe generare un circuito virtuoso di protezione interspecifica delle razze e dei nostri animali, oltre che dei nostri territori. Altra cosa che abbiamo proposto è la creazione di mandrie e greggi regionali con cui fornire all’allevatore danneggiato un capo già nel ciclo produttivo, così da limitare al massimo l’impatto sull’attività dell’azienda agricola. Tante sono le cose che si potrebbero fare, che noi faremmo e che la Regione non fa. Gli esposti, però… non ci si crede, via…»

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