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PRATO: Accessi per il caldo e mancanza di posti letto intasano il pronto soccorso, Marchetti (FI): «Per afa e influenze task force dedicate attivabili al bisogno»

Caldo o influenze: fu vera emergenza? «Eventi assolutamente prevedibili che ciclicamente producono un picco di accessi che intasa l’attività dei pronto soccorso di tutta la Toscana, con code e attese che rasentano l’inciviltà no: non sono emergenze e vanno affrontati in maniera strutturale. Chiedo alla Regione di prevedere l’istituzione presso ogni pronto soccorso di una task force dedicata a fronteggiare questi momenti. Un gruppo di operatori a professionalità mista medico-infermieristica tecnicamente permanente, ma attivabile al bisogno anche da parte del singolo direttore sanitario e in cui ciascuno abbia il proprio compito definito»: la proposta arriva sotto forma di interrogazione alla giunta regionale da parte del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti alla luce del tam tam quotidiano che, tra cronaca e segnalazioni, ripropone odissee e tempi biblici per i pazienti in attesa di presa in carico nei pronto soccorso.

«Leggo che all’ospedale di Prato purtroppo non va meglio che in altri. Anzi – sottolinea Marchetti – a incidere sul Santo Stefano, oltre ai picchi di afflusso concorre in maniera negativa la cronica carenza di letti da cui l’ospedale pratese è viziato fin dalla sua nascita. La riduzione dell’attività e dei posti in reparto dovuta al periodo estivo, poi, porta a un tilt del sistema. E il pronto soccorso, linea di frontiera fra salute e malattia, rimane come sempre ingolfato».

E allora l’idea: «Task force dedicate attivabili ‘a comando’ per questi casi qui, che magari sono meno complessi e, con personale dedicato, possono seguire percorsi non interferenti con i codici a maggiore gravità snellendo il lavoro di tutti e le attese dei malati. Penso – spiega Marchetti – al modello che esiste nei luoghi di lavoro per quanto attiene i responsabili delle emergenze o dei piani antincendio: sono persone che quotidianamente svolgono le loro mansioni ordinarie ma che, in caso di bisogno, si attivano a quella funzione specifica sapendo esattamente cosa fare. Unità simili nei pronto soccorso, strutturate adesso che si sono inseriti, da ieri, medici neolaureati nel sistema dell’emergenza-urgenza, eviterebbero il ripetersi di tante odissee che sono un patema sia per chi sta male, sia per chi lavora. La giunta preferisce un altro tipo di soluzione? Va bene, purché se ne occupi. Così non è tollerabile».

 

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