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Pasticcio Creaf, da Mugnai (FI) 8 domande alla Regione: «Quali intenzioni ci sono per i crediti vantati? C’è un business plan?»

Otto quesiti per l’unico grande pasticcio della Creaf srl a Prato: sono quelli su cui si incardina l’interrogazione presentata questa mattina dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai e giunta in accordo con le posizioni espresse dai rappresentanti pratesi degli azzurri, dalla Coordinatrice provinciale Erica Mazzetti ai rappresentanti in Comune Rita Pieri e Giorgio Silli.

Il caso, riassunto nella premessa dell’atto (in allegato), è quello della Creaf srl di Prato, società partecipata dalla Provincia e da vari comuni dell’area pratese il cui fallimento, dichiarato dal Tribunale di Prato, si lascia dietro una scia di debiti istituzionali vistosi anziché no che riguardano, elenca Mugnai nella sua interrogazione, «la Regione Toscana per l’importo dei contributi erogati» ovvero «circa 11 milioni di euro», «la Provincia di Prato per circa 7 milioni di euro», «il Comune di Prato oltre a professionisti e imprese che hanno apportato lavori e servizi alla società Creaf». A ciò si aggiunge la svalutazione dell’«immobile di proprietà Creaf acquistato per oltre 8 milioni di euro e oggetto di lavori di ristrutturazione per circa 14 milioni di euro», «oggi valutato a non più di 5 milioni di euro».

«Il Sindaco di Prato, con dichiarazioni sulla stampa, sembra, incredibilmente, voler riattivare il progetto Creaf – scrive testuale Mugnai nella sua interrogazione – procedendo ad un riacquisto dell’immobile all’interno di una procedura di concordato fallimentare che conduca ad una veloce chiusura della procedura fallimentare».

Donde la raffica di quesiti, otto si diceva, con il capogruppo di Forza Italia che interroga la giunta regionale per sapere se «condivide la opinione espressa dal Sindaco di Prato circa la riattivazione del progetto Creaf» e, «in caso affermativo», se sia «disponibile alla rinuncia dei propri crediti vantati verso il Creaf». Ancora, si domanda alla Regione se sia «disponibile a versare ulteriori contributi milionari per sostenere finanziariamente la domanda di concordato fallimentare» e se «abbia incaricato professionisti per lo studio di tale eventualità».

Mugnai vuole anche sapere se la Regione «abbia calcolato il rapporto tra costi e benefici di tale eventuale iniziativa anche tenendo conti della possibile ripetizione dei contributi europei a seguito della mancata realizzazione degli investimenti programmati», se «abbia attentamente valutato le modalità della riattivazione del progetto calcolando esattamente quanti contributi sarebbero necessari non solo per la procedura di concordato ma anche per la realizzazione di tutti gli interventi necessari per finalizzare la ristrutturazione dell’immobile» e se «disponga di un business plan che preveda una conduzione dell’immobile economicamente e finanziariamente adeguata alla copertura dell’ulteriore investimento e dei costi di gestione». Infine, si domanda «se la Regione Toscana abbia valutato l’ipotesi di chiamare a rispondere dell’evidente danno erariale coloro che hanno ideato e condotto con esiti fallimentari il progetto Creaf». La risposta è attesa in forma scritta entro 60 giorni.

 

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