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Nuovo DPCM e fase 2, Ripani (FI): “Così l’Italia non ce la fa, muore il tessuto economico”

“Ennesima conferenza stampa di un Premier troppo impegnato ad incensarsi, a fare prediche serali e scaricabarile su sindaci e regioni per non accorgersi della disperazione che sta montando nel Paese”.

A dichiararlo in una nota la deputata grossetana di Forza Italia, Elisabetta Ripani.

“Sarebbe stato meglio inserire tra i 450 consulenti della task force più imprenditori e rappresentanti del commercio e meno professori e, magari, coinvolgere Parlamento e categorie economiche. Nulla di detto su test sierologici, tamponi, strategie di contenimento del virus, app Immuni, su scuole chiuse e misure di sostegno per le famiglie, niente su turismo, commercianti, balneari, palestre, discoteche, scuole guida ed altro, nè sulle condizioni di riapertura per le imprese. Molta teoria e poca pratica. Il piano è quello di non avere un piano, se non quello di serrare tutto nuovamente nel caso in cui si rialzi la curva del contagio”.

“L’Italia chiude per prima e riapre per ultima. Le stime sulla contrazione del Pil mettono i brividi – incalza la deputata azzurra – la liquidità non sta arrivando e si è costretti ad indebitarsi ulteriormente con le banche, poco e nulla per i 600 euro e la cassa integrazione previsti dal decreto di Marzo, il decreto con le misure economiche da 55 miliardi atteso per Aprile sta slittando a Maggio; a fronte di guadagni azzerati però le attività devono comunque provvedere alle spese correnti. Bene la ripartenza delle costruzioni e della manifattura, ma per il resto regnano caos ed incertezza. Parrucchieri, centri estetici, bar, pizzerie e ristoranti riapriranno solo il 1 giugno”.

“Dopo mesi di chiusura c’è bisogno di fatturare, un altro mese a secco farà morire gran parte del tessuto economico. O il Governo interviene con misure serie e concrete per permettere ad imprenditori, artigiani, commercianti, partite iva di stare a casa o deve trovare il modo di farli ripartire nel pieno rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, così come ha disposto per le sale da gioco. Oltre ad essere privati delle proprie libertà e costretti a combattere contro il virus, per tanti italiani si fa strada un nuovo nemico, la fame. ‘Andrà tutto bene’ e ‘ce la faremo’ diventano così pura retorica. Serviva un po’ di coraggio – conclude Ripani -. Lo Stato ci sarà anche, ma proprio non si vede”.

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