«Piano anti-code al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca in tempi d’influenza? Bene, lodevole, ma l’influenza non può essere considerata un’emergenza: arriva ogni anno. Semmai, se vi sono letti e personale in più da poter attivare, lo si faccia in regime ordinario. Più letti e più personale al San Luca è quel che tutti i lucchesi, e noi con loro, chiediamo da sempre»: apprezza l’intenzione ma è critico sul regime emergenziale legato al picco di influenza in arrivo, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, appreso del piano anti-code in pronto soccorso che la Asl sta mettendo a punto per fronteggiare il picco di accessi che come ogni anno si verificherà anche nel pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca con l’arrivo dell’ondata influenzale.
«Qui si gioca con le parole e con la comunicazione – bacchetta Marchetti – perché l’influenza non mi pare sia un’emergenza. Ricorre ogni anno e ogni ospedale dovrebbe essere perfettamente attrezzato a gestirne i relativi flussi, soprattutto perché dovrebbe poter contare su una rete di assistenza territoriale che faccia da sponda agli accessi in pronto soccorso. Ecco, allora non giochiamo con la comunicazione: diciamo che manca la sanità di territorio e le persone non trovano altra risposta che quella del pronto soccorso, a cui si rivolgono in mancanza di servizi adeguati sul territorio anche in assenza di complicanze. Ma che l’influenza rivesta carattere emergenziale questo no, non ci sto».
«Altrimenti è come quando nei giorni scorsi le scorte di vaccini antinfluenzali sono terminate – sottolinea il Capogruppo regionale di Forza Italia – e la Regione ha tentato di far passare l’aver mal valutato l’acquisto delle dosi come un successo della campagna vaccinale. Questa è manipolazione della realtà: si è tentato di risparmiare e si è acquistato con braccino corto. Del resto, come ho scoperto con sconcerto leggendo la delibera 1281 del 19 novembre scorso sui bilanci consolidati 2016, ebbene sì siamo ancora al 2016, le casse del sistema sanitario regionale mancano di quasi 300 milioni tra perdite di esercizio pari a 195.068.956,27 euro lamentate dalle aziende del sistema sanitario regionale a fine 2017 per annualità pregresse, passivo di 82 milioni e 715.092,04 euro che grava sui bilanci 2016 ed è stato ripianato solo in parte, uscite impreviste per Ires non pagata con le cartelle esattoriali arrivate da parte dell’Agenzia delle entrate nei mesi scorsi. La verità è che si è tentato di fare ‘a miccino’ senza tener conto del fisiologico aumento di richiesta dovuto all’invecchiamento della popolazione e a una maggior consapevolezza diffusa anche grazie alle campagne vaccinali, certo, ma se si incentiva la domanda poi bisogna saper allineare l’offerta».
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