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LUCCA: Provincia in decrescita economica, Marchetti (FI): «Giù occupati, export e produzione: sinistra inerte e fallimentare»

«In tutta la Toscana si registra uno stallo economico risollevato unicamente da quel che resta dell’attività di esportazione. Ebbene: a Lucca flette anche l’export, con un -6,1% registrato nel primo trimestre 2019 rispetto all’anno precedente. E a dirlo non sono certo studi di noi cattivoni dell’opposizione, bensì le elaborazioni confluite nel Focus Ires-Cgil sull’economia toscana. E’ il fallimento di politiche economiche della sinistra che abbiamo sempre contestato perché improntate all’inerzia, prive di ogni miccia capace di innescare sviluppo. Queste le conseguenze in una provincia che ha fame di infrastrutture, logistica, opportunità di esprimere il proprio potenziale di creatività imprenditoriale. Il grido di dolore lanciato dagli industriali del cartario la settimana scorsa all’inaugurazione del Miac conferma di avere solide ragioni d’essere»: a parlare così è il Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti che esprime la propria preoccupazione dinanzi ai vari segni ‘meno’ che caratterizzano lo studio dell’Istituto regionale di studi per la Toscana della Cgil.

            «In economia non si può mai pensare di campare di rendita. Bisogna muoversi sempre se si vuole assicurare crescita e sviluppo per territori e imprese. Ebbene: su questo il Pd e la sinistra di governo regionale hanno fallito clamorosamente – incalza – illudendosi di potersi cullare su allori inesistenti. A nulla, negli anni, sono valsi i nostri moniti. E così, adesso, ci troviamo in una Toscana che tentenna in cui nessun settore incrementa gli occupati a parte quelli legati ai servizi. A Lucca, poi, il valore delle esportazioni in milioni è passato dai 910 del primo trimestre 2018 agli 854 di quest’anno, con una flessione del -6,1%. Calano anche gli avviamenti totali al lavoro, con un -2,3% rispetto allo scorso anno, pur se in proporzione quelli a tempo indeterminato sono in numero maggiore. Ma, ripeto, in un contesto decrementale in cui non c’è da stare allegri».

            Che il siano tempi bui lo attesta il dato sul ricorso alla cassa integrazione: «Nei primi 7 mesi 2019 le ore totali integrate sono più che raddoppiate rispetto allo stesso arco temporale del 2018 – legge Marchetti – passando da 632.900 a 1.299.056 con un +105,3%. E’ un dato a cui guardo con sconcerto – riflette – pensando che dietro a quelle ore di cassa ci sono persone, i lavoratori con le loro famiglie, che vivono nell’incertezza. E’ evidente che il rallentamento dei consumi e una dinamica dei redditi delle famiglie che a Lucca è sotto la media toscana passa anche da lì. E in questo scenario poco vale il +7,1 fatto registrare dal settore edilizio: negli anni passati il comparto aveva subito un tale tonfo, che oggi basta costruire un capannino per strappare punti percentuali».

            Che fare? «Innanzitutto cambiare chi guida, liberandosi dalla cappa di Pd e sinistre che per decenni hanno tenuto interi comparti e territori imbrigliati nella loro smania di controllo. Lucca è rimasta paralizzata nella morsa del nulla progettuale. Mancano infrastrutture, quelle progettate e finanziate come gli assi viari lucchesi sono rimasti incastrati nell’intercapedine dei bisticci di un Pd che non ha saputo far prevalere gli interessi del territorio su quelli individuali delle rendite di posizione. Le nostre industrie trasportano le loro merci in condizioni infrastrutturali che scoraggerebbero qualunque investitore e c’è tutto un polo cartario cui manca la possibilità di spingere sulla green economy come sulla digitalizzazione e dematerializzazione delle procedure. Sono carenti le infrastrutture materiali fra strade e ferrovie, magazzini di logistica di ultima generazione nemmeno l’ombra, automazione indietro, infrastrutture immateriali a volte nemmeno previste per il medio termine. Come pensava, il Pd, che una provincia pur ricca di energie potenziali come Lucca potesse spiegare le ali? Aggiungendo a tutto questo anche imbuti burocratici che disincentivano ogni apertura a nuovi orizzonti? Siamo sul filo del rasoio del tracollo, e la responsabilità politica è di una sinistra che non ha favorito né l’impresa né la famiglia. Paiono mondi distanti ma non lo sono in quanto facce della stessa medaglia sociale. I risultati di oggi parlano chiaro. Anzi: purtroppo per Lucca parlano molto ma molto scuro».

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