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LUCCA: Miac, Marchetti (FI) all’inaugurazione: «Burocrazia canaglia e mancanza sbocchi scarti di lavorazione. Pd di governo regionale incapace di uno scatto»

«Burocrazia canaglia, mancanza di sbocchi impiantistici per gli scarti di lavorazione ed elevati costi dell’energia elettrica rispetto agli altri paesi tarpano le ali del cartario lucchese. Se sul fronte dei costi energetici la Regione ha potestà, certo ne ha invece sulle altre materie ma negli anni il Pd di governo toscano si è dimostrato inerte e incapace di scatto. La sola soluzione prospettata è stata quella, a tutto carico delle singole imprese, degli impianti di smaltimento per il pulper a pie’ di fabbrica. Ma è una ricetta insostenibile e impraticabile, serve un progetto di filiera. E sono anni che il settore rivendica questo tipo di attenzioni strutturali e formali. Ora basta»: così il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, stamani presente all’inaugurazione del Miac, la Mostra internazionale dell’industria cartaria che si svolge a Lucca.

«Anno dopo anno le richieste di questo settore sono replicate senza che nulla si muova da parte del governo regionale. E’ di tutta evidenza – riflette Marchetti – che in queste condizioni il comparto non solo non può esprimere a pieno le proprie potenzialità, ma rischia addirittura la progressiva asfissia, strangolato com’è tra burocrazie e scarti di produzione non finalizzabili da nessuna parte. Serve uno scatto che il Pd, al di là delle promesse, si è tangibilmente dimostrato incapace di compiere».

I numeri sono impressionanti: «Sul milione e 200mila tonnellate di carta da riciclare che gli impianti lavorano – richiama Marchetti – il 10% va a rifiuto. O meglio dovrebbe andare, perché al momento quelle 120 tonnellate non hanno sbocchi. La soluzione non può essere rappresentata da un fai da te impiantistico azienda per azienda: serve un progetto di filiera che superi la fase del mero stoccaggio per puntare allo smaltimento del rifiuto che arriva a fine ciclo».

Marchetti è sicuro: «Il Pd si riempie la bocca con i precetti dell’economia circolare, ma poi non la pratica perché non consente la chiusura dei cicli. Il cartario resta ostaggio di questa mancanza di prospettiva, gravato per di più da briglie burocratiche che stringono gli iter autorizzativi entro imbuti in cui si entra senza mai sapere quando e come si uscirà. Nello snellimento e nella digitalizzazione delle procedure la Regione può incidere ma non lo fa. E’ una responsabilità politica cogente, perché sta portano a collasso il comparto».

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