«La scuola non sia una repubblica fondata sul precariato, o la Toscana dove un docente su 4 è precario pagherà un prezzo salatissimo. Per evitare un settembre disastroso bisogna muoversi adesso, e chiedo alla Regione Toscana coordinatorice di settore in Stato-Regioni di promuovere la stabilizzazione dell’intero corpo docente avente titolo. Al contrario, in concorso straordinario made in Azzolina pare più arzigogolato dell’ordinario»: torna a suonare l’allarme, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che già nei giorni scorsi guardava con preoccupazione ai dati sulla quota di personale docente a ruolo e non.
«Premesso che tenere una porzione tanto consistente di docenti in condizione di indeterminatezza a mio avviso rappresenta una iniquità a prescindere dall’emergenza covid – sottolinea Marchetti – adesso però è il momento per la Toscana e per l’Italia di raccogliere la sfida a sanare sacche di disparità come quella degli insegnanti. Secondo i dati del direttivo toscano dei precari, il 25-30% del corpo docente toscano è precario. Significa oltre un quarto, con Lucca maglia nera dove la percentuale sale a circa la metà per l’equivalente di circa 3mila insegnanti non di ruolo».
Il concorso annunciato non rasserena le prospettive: «Non sono io un tecnico – mette le mani aventi Marchetti – ma da più parti anche di diverso orientamento sia rispetto a me che tra loro non ricevo altro che segnalazioni secondo le quali questo concorso straordinario risulta più complesso dell’ordinario, con procedure e imbuti da Ufficio complicazione affari semplici. Dal ministro grillino Azzolina del resto non mi aspettavo di più, dunque non stento a crederlo. Sta di fatto che il concorso straordinario deve rappresentare un’opportunità, non l’ennesimo farraginoso barbatrucco per generare altre riserve di cattiva occupazione in un settore che ha in mano la formazione dei nostri bambini e ragazzi. Sono gli italiani di domani, e meritano un futuro all’altezza delle loro aspirazioni. Lo si costruisce adesso, e c’è bisogno di un corpo docente omogeneo rispetto al riconoscimento del suo lavoro».
Marchetti torna dunque a sollecitare la giunta regionale a prendere in mano le redini della situazione: «La Regione è priva di competenze dirette sulla materia, ma la Toscana può incidere se c’è la volontà politica poiché in Conferenza Stato-Regioni è coordinatrice di settore. In questa veste – indica il Capogruppo di Forza Italia – e mentre rimbalzano di territorio in territorio timori di tagli agli insegnanti e alle classi che invece con le misure anticontagio andrebbero incrementate, la giunta toscana ha il dovere di attivarsi e incidere per scongiurare scenari che paghiamo tutti: insegnanti, studenti di oggi, adulti di domani, famiglie».
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