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FIRENZE: Caccia, per gli Atc apertura con incognite; Marchetti (FI): «Manca il Piano faunistico venatorio regionale e sulle pratiche di accertamento danni le risposte non arrivano. Così è tutto paralizzato»

«Avvio di stagione tra mille incognite, per gli Ambiti territoriali di caccia toscani, gli Atc, che vedono la loro attività avviarsi verso la progressiva paralisi per via delle mancanze della giunta regionale. E se su tutte campeggia la vacanza del Piano faunistico venatorio regionale, con anni di andamento in proroga per quelli provinciali, adesso anche l’azione risarcitoria rispetto ai danni patiti da agricoltori e allevatori per colpa degli animali selvatici resta in stallo perché dalla Regione non arrivano risposte circa le 91 pratiche pendenti solo per quanto attiene il settore vitivinicolo»: ad affermarlo è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che con queste parole dà voce alle segnalazioni giuntegli dagli stessi rappresentanti degli Atc.

            «La Regione ha riacquisito la delega in materia di fauna selvatica e attività venatoria ormai due anni e mezzo or sono – ricorda Marchetti – e da allora non si fa altro che prorogare la vigenza dei dieci piani provinciali datati 2012. Nel frattempo però le popolazioni faunistiche sono cambiate e così anche i loro areali. Perché altre Regioni hanno trovato il tempo di approvare i loro Piani e qui no? Ci sono tanti modi per contrastare un settore: condurlo all’asfissia è uno di questi. Se sulla caccia l’intenzione della sinistra regionale fosse questa beh, la starebbero centrando in pieno».

            Oltre all’attività venatoria propriamente detta, gli Ambiti sono anche gli erogatori degli indennizzi rispetto ai danni che agricoltori e allevatori subiscono da parte degli animali selvatici. E visto che è tempo di vendemmia: «Solo per quanto riguarda il settore vitivinicolo ci risultano pendenti 91 pratiche di accertamento danni, per un ammontare di 350mila euro circa. La Regione avrebbe sul tavolo i fascicoli da oltre tre mesi ma, ci dicono dagli Atc, ancora malgrado i solleciti le risposte non arrivano e i pagamenti non possono avvenire. Perché? Così oltre al danno materiale si va ad alimentare tensione tra mondo rurale e zootecnico e universo della caccia. Tutte cose che non fanno bene alla coesione sociale nei territori. Noi su questo la nostra ricetta l’abbiamo detta: uscire dalla logica degli indennizzi – rilancia Marchetti – per entrare progressivamente nella fase degli incentivi agli strumenti di difesa passiva, per incidere sul danno prima del suo verificarsi. Solo così, oltre che contenendo efficacemente le popolazioni di selvatici e inselvatichiti per quanto riguarda il capitolo lupi e ibridi, su questo punto specifico si potrà pensare di invertire la rotta».

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