“Fin dal 9 marzo la nostra scelta come Sindaci é stata quella della responsabilità e del pieno rispetto delle decisioni governative a tutti i livelli. Al tempo stesso abbiamo continuato a garantire continuità nei servizi essenziali, non senza difficoltà, e ci siamo ri-organizzati per erogare buoni spesa e ogni altra possibile forma di sostegno, dalla distribuzione casa per casa dei dispositivi ai supporti sociali e psicologici, con il coinvolgimento di associazioni, volontari e terzo settore. Siamo stati definiti sentinelle dei territori e non abbiamo fatto sentire soli i nostri cittadini, tentando di mantenere il più possibile il senso di comunità. Ora non possiamo essere lasciati soli a gestire, anche dal punto di vista economico, le conseguenze che questa terribile pandemia ha provocato perché essere “il terminale dello Stato” non può giustificare un atteggiamento di scaricabarile.
Alla vigilia della fine del lockdown occorre comprendere che non é il momento di aprire conflitti e ingenerare confusione e disomogeneità, quanto piuttosto continuare come finora a concordare protocolli e lineeguida all’interno della cabina di regia, secondo criteri di gradualità e territorialità basati sui parametri del Cts. Pensiamo, come detto dal Presidente ANCI Antonio Decaro, a cosa succederebbe se ogni sindaco decidesse autonomamente chi far ripaprire e chi mantenere chiuso. A tal proposito, di fronte all’azione dimostrativa – forte e chiara – che ha visto gli esercenti delle nostre città consegnare le chiavi dei propri negozi ai Sindaci, voglio ribadire la necessità che siano elaborate soluzioni “chiavi in mano” da Governo e Regioni, più efficaci, di sostegno concreto, condivise con le opposizioni”.
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