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Accoglienza migranti, Mugnai e D’Ettore (FI): «Ad Arezzo, ma non solo, sta per saltare il tappo del modello toscana. Rossi invoca una patrimoniale, noi controllo e sicurezza»

Stefano Mugnai e Maurizio D'Ettore

«Più uomini a controllo del territorio, più mezzi, maggiori poteri ai sindaci e alla polizia municipale: questa, da sempre, la via indicata da Forza Italia per mantenere la sicurezza sia reale che percepita presso i cittadini. E’ quanto adesso chiede il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli per la polveriera che in alcune parti della città, Saione in testa, è stata innescata grazie al cosiddetto modello toscano di accoglienza dei migranti il cui tappo rischia di saltare nel peggiore dei modi»: così il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai (coordinatore regionale del partito) e il coordinatore provinciale aretino degli azzurri Maurizio D’Ettore.

«Ad affermare che il tipo di accoglienza voluto dal governatore della Toscana Enrico Rossi non funziona sono i fatti, con il malessere e il disagio sociale che da Arezzo a Cortona a Badia Agnano, dal Pistoiese alla Lucchesia e via elencando si va diffondendo presso le comunità locali. Se non bastassero i fatti – aggiungono Mugnai e D’Ettore – a sconsigliare Rossi nel portare avanti con arrogante pervicacia ideologica questa modalità c’è anche il deputato del Pd e presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sui richiedenti asilo Federico Gelli. Se non bastassero entrambe le cose, ci sarebbe il buon senso. Il buon senso che afferma che non si possono spargere persone a manciate sui territori senza effettuare controlli e lasciandole lì in balìa di un sostanziale nulla».

«Forza Italia – concludono – chiede verifiche attente di compatibilità territoriale, soprattutto quanto a incidenza numerica, ma anche su immobili e strutture che ospitano i migranti per valutarne la capacità logistica, i profili igienico-sanitari ma anche l’eventuale necessità di cambi di destinazione d’uso. Altrimenti, a sostenere il peso sia sociale che economico, anche in termini di fiscalità collettiva, sono i toscani che finiscono per pagare per tutto e per tutti. Che Rossi ora pensi addirittura a una patrimoniale per mitigare i flussi operando nei paesi d’origine dei migranti ci pare la solita botta di calore di mezza estate. Ma pare piova…»

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